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Covid, quando torneremo alla normalità? La previsione di Giovanni Rezza

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Non è ancora il tempo di rilassarsi. La guerra non è vinta e i prossimi mesi saranno i più duri. Per uscire definitivamente da questo tunnel chiamato covid-19 servirà ancora del tempo. Quanto? A fare una previsione ci ha pensato Giovanni Rezza, basandosi su un modello matematico.

Se assumiamo che ci sia una protezione dell’infezione e non solo della malattia, se assumiamo una durata di immunità di almeno 2-3 anni dopo la vaccinazione, e nessun rilassamento per ora delle misure di distanziamento, vaccinando circa 240mila persone al giorno riusciamo nel giro di 7-13 mesi probabilmente a tornare a uno stile di vita pseudo-normale, che ci permetta di riaprire gran parte delle attività“,  ha dichiarato direttore della Prevenzione del Ministero della Salute.

E’ chiaro che questo è condizionato al fatto che riusciamo a stabilire un numero di vaccinazioni quotidiano elevato mantenendo allo stesso tempo una fase di contenimento e mitigazione dell’epidemia”, ha proseguito Rezza durante in audizione in commissione Sanità al Senato sui vaccini anti-Covid. “I vaccini disponibili stanno aumentando fortunatamente, ne abbiamo adesso tre disponibili, ad aprile probabilmente arriverà il quarto e potremmo averne altri nel giro di pochi mesi. Il numero di dosi disponibili certamente aumenterà e nella seconda metà del trimestre dovremmo essere molto attivi e molto ben organizzati per dare una accelerazione alla campagna vaccinale perché le dosi disponibili saranno molte di più rispetto a quelle del primo trimestre”.

Contenere il contagio in attesa dell’arrivo dei vaccini. E’ questa la strategia del Governo, che mira a mettere in piedi una strategia efficace. “I vaccini che sono stati allocati sulla base di priorità ben definite nella prima fase. Vedranno una possibilità di estensione sia di coloro che vaccineranno sia del target di popolazione che sarà vaccinata, e dovremo essere in grado di adattare la strategia in base all’andamento dell’epidemia, all’andamento delle nuove conoscenze scientifiche, alla disponibilità di nuovi vaccini“, ha concluso Rezza.

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