
Salerno – Inattesa, autentica, bella: la testimonianza d’amore per la maglia granata che meno t’aspetti arriva a poche ore dallo spareggio di Venezia da Gerardo Soglia, oggi imprenditore che per un attimo ritorna a trent’anni fa, a quando – semplicemente – era il figlio di Don Peppino. Ragazzo accanto all’uomo che convinse Di Bartolomei a lasciare la Roma per la Salernitana, che con il cavaliere Manni riportarono la Salernitana in serie B nel 1990 dopo quasi un quarto di secolo, che costruì l’Arechi-Principe degli stadi, che propugnava il motto “tutti uniti…” sotto la Curva Nuova che intonava e scandiva “Lode a te, Peppino Soglia…”. Oggi, uomo di successo, dice: “Vorrei che tutti i calciatori granata scendessero in campo consapevoli che anche in Paradiso domani si farà il tifo per la Salernitana. La storia è maestra di vita e lassù c’è un tifoso speciale che in questi anni avrà contagiato tutti in Paradiso con la sua passione per la Salernitana. Io me lo immagino il giorno in cui si è presentato a San Pietro che gli avrà chiesto: ‘E voi chi siete? Come vi chiamate?’ E lui: ‘Eccellenza, mi chiamo Peppino Soglia, vengo da Salerno’. E poi ancora San Pietro: ‘Sì, va bene. Cosa avete fatto nella vita? Sapete, prima di portarvi al cospetto del Padre Eterno devo capire alcune cose’. E la risposta sarà stata: ‘Sentite San Pietro, io non vi voglio mancare di rispetto. Ma nella vita ho fatto tante cose. Poi decidete Voi dove farmi accomodare, sono un po’ distratto in questo momento perché la Salernitana è passata in vantaggio. Per me è questo l’importante’. Si domani lui dirà così…… ne sono sicuro e sarà felice come un bambino come quel 3 giugno 1990″.