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“È venuta a mancare, dopo tanto defluire, la tanto cara e amata cristallina Acqua.” Così inizia il manifesto funebre apparso sui social da Solofra, che in poche ore è diventato virale. Non si tratta di uno scherzo macabro, ma della creativa protesta dei cittadini contro l’ennesima emergenza idrica che da mesi mette in ginocchio la città e l’intera Irpinia.

Il necrologio, impaginato con tanto di croce e fiori bianchi, elenca i “rioni in lutto”: Sorbo, Cappuccini, Panoramica Turci, Turci Castelli, Sant’Andrea Apostolo. Tutti, recita il testo, “ne danno il triste cordoglio e vivo rimpianto”.  Una trovata ironica che, tra sarcasmo e disperazione, descrive meglio di qualsiasi comunicato la stanchezza di chi si ritrova ogni giorno con i rubinetti asciutti e le taniche al seguito.

Sulla foto allegata — una cucina silenziosa, un fiore accanto al lavandino, bottiglie d’acqua e rubinetti muti — campeggia una frase che sa di poesia amara: “Grazie per essere stata la sorgente del nostro paese, il tuo ricordo rimarrà vivo in noi”. Il manifesto chiude con una battuta che è ormai realtà quotidiana: “I funerali si terranno nelle nostre tubature, verso chissà dove è andata a finire”. Nel frattempo, il sindaco Nicola Moretti ha annunciato che sono iniziate le manovre per mettere in funzione il pozzo in località Turci, un intervento che dovrebbe contribuire ad alleviare i disagi e migliorare la distribuzione idrica nelle zone più colpite. Resta però la rabbia e la stanchezza di una comunità che, tra perdite di rete, sorgenti in sofferenza e guasti continui, vive un’emergenza ormai cronica.