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Avellino –  La nocciola rappresenta una delle eccellenze dell’Irpinia, un prodotto che contraddistingue anche la provincia di Avellino. Quest’anno la provincia deve fare i conti con una crisi gravissima del comparto, la più grave degli ultimi decenni. Le istituzioni si stanno muovendo con un’iniziativa che vede in prima fila il presidente dell’amministrazione provinciale Domenico Biancardi. C’è stata un’interrogazione parlamentare della senatrice di Forza Italia Sandra Lonardo, ma quali sono le ragioni di questa crisi?

Ce lo spiega il presidente della Coldiretti Avellino, Francesco Acampora. “In realtà è una crisi che già avevamo annunciato e adesso abbiamo avuto delle conferme. Si tratta di un calo della produzione che va dal 50 all’80%. Un calo che per chi investe su questa filiera crea grandissima difficoltà. Il mondo delle nocciole richiede sforzi tutto l’anno e impegno economico da parte degli agricoltori che quando arrivano a fare i conti con questi dati così terribili ovviamente vanno in difficoltà”.

Coldiretti Campania ha presentato – a firma del direttore Salvatore Loffreda – le sue proposte, evidenziando l’importanza della produzione di nocciole per il settore primario e per l’ambiente, in particolare nelle aree interne. Coldiretti Campania ha avanzato le seguenti proposte: costituzione di un tavolo permanente regionale, in grado di supportare le azioni di riposizionamento strategico sia a livello produttivo che commerciale della nocciola campana; istituzione di un coordinamento tecnico-scientifico sulla cimice asiatica, partendo dal buon lavoro svolto per la filiera castanicola; valorizzazione dell’osservatorio del Nocciolo presente a Giffoni Valle Piana (Sa); garantire la continuità delle misure di indennità compensativa (misura 13) e misure agroambientali (misura 10 e 11) del PSR Campania tra le due programmazione settennali, in virtù di eventuali slittamenti di attuazione del nuovo piano; avvio di un percorso per la definizione di una IGP Campana della nocciola; incrementare le attività di controllo sanitario e di tracciabilità sulle nocciole importate nei porti campani, con particola attenzione a quello di Salerno.

A preoccupare maggiormente sono gli accordi con la multinazionale Ferrero. “Purtroppo ci troviamo a fare i conti con il mondo dell’agroindustria che segue delle logiche che portano alla distruzione della filiera. In un momento di crisi proprio la Ferrero ha deciso di abbassare il prezzo di acquisto delle nocciole per attendere l’arrivo delle nocciole dalla Turchia. L’intervento importante che l’Italia deve mettere in campo è la trasparenza sui prodotti, sull’etichettatura. Noi da tempo stiamo facendo una battaglia comunitaria affinché sulle etichette di tutti i cibi venga riportata la materia prima principale. Non è possibile che la comunità europea imponga l’origine sulle carni fresche ma non sui salumi, imponga l’origine sulla frutta fresca ma non sul trasformato” dice Acampora.

C’è anche un’altra eccellenza irpina sulla quale si è tanto parlato negli scorsi anni ovvero la castagna. Le previsioni di Coldiretti su questo comparto dopo la gravissima crisi legata al cinipide non sono molto positive “Grazie agli sforzi messi in campo abbiamo avuto dei risultati. Purtroppo nei mesi di giugno – luglio il cinipide ha di nuovo colpito le castagne”

C’è preoccupazione anche sulla produzione dell’olio che comunque resta buona in molte zone della provincia avellinese. “Il problema dell’olio è legato alla xylella. Si sono registrati quasi 6000 casi di alberi colpiti da questo batterio. Noi che siamo una regione che confina con la Puglia siamo preoccupati da questa problematica. La diminuzione della produzione è determinata anche dal grande freddo di maggio che ha colpito le zone montane. Nel resto della provincia la produzione è aumentata” spiega Acampora.

Stesso discorso che riguarda il vino. L’annata che verrà potrebbe essere eccezionale per i vini D.O.C.G.: “Siamo ancora in piena campagna, abbiamo vendemmiato parte dei vigneti di bianco. Sembra che l’annata possa essere buona”.

C’è tensione, invece, per i dazi imposti da Donald Trump: “Molte produzioni sono fortemente colpite dai dazi. Per la nostra provincia il mercato dei vini con gli Stati Uniti è molto importante. Un dazio sul vino sarebbe stato uno stop per l’export. Abbiamo accolto l’iniziativa del Governo italiano di tutelare le nostre filiere che al contrario sono state colpite dai dazi”.

Acampora, infine, lancia un ultimo appello: “Credo che bisogna cooperare e unire le forze. Dobbiamo fare in modo che anche il turismo legato alla produzione agricola, inizia a radicarsi sul nostro territorio. Se riusciamo a far conoscere il nostro territorio facciamo quel passo in più”.

di Giuseppe Di Martino