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Avellino – È appena terminato il tanto atteso consiglio comunale monotematico sull’emergenza criminalità in città. Tutto questo pochi giorni dopo l’incontro tra i magistrati di Avellino e la DDA di Napoli e dopo l’incontro di oggi tra il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia e il Prefetto Maria Tirone. Segnali che fanno intendere il clima caldo che si respira nel capoluogo irpino dopo l’escalation di criminalità delle scorse settimane

Una spirale di episodi violenti cominciata domenica 22 settembre con la bomba carta fatta esplodere nell’autovettura di un noto esponente della ristorazione irpina, e le stese non denunciate contro auto riconducibili a persone vicine all’ex consigliere comunale Damiano Genovese. Quest’ultimo, poi, nei giorni successivi è stato prima arrestato e poi mandato ai domiciliari. Nella sua casa le forze dell’Ordine hanno ritrovato una pistola non regolarmente registrata. L’ex consigliere, figlio di Amedeo Genovese, appartenente al clan Partenio disse di fronte ai magistrati che l’arma l’aveva per proteggere la sua famiglia. Poi l’episodio più inquietante, ovvero l’aggressione all’assessore alla Sicurezza Giuseppe Giacobbe per mano di due persone. Uno dei due aggressori è stato denunciato per lesioni e favoreggiamento.

Questo consiglio di Piazza del Popolo doveva svolgersi la settimana scorsa ma è stato rinviato per mancanza di acqua all’interno del palazzo. In questi quattro giorni il deputato dei 5 Stelle, Michele Gubitosa ha chiesto al presidente della Commissione antimafia Nicola Morra di occuparsi di Avellino, mentre il consigliere comunale pentastellato Nando Picariello ha chiesto al sindaco Gianluca Festa di operare concretamente contro l’infiltrazione criminale.

Il clima di tensione politica è stato condito dalle polemiche dell’associazione Libera contro il sindaco di Avellino, colpevole di non aver fatto chiarezza sulla particolare situazione vissuta dalla città. Secca la risposta di Festa: “Mi attaccate solo per fini politici ed elettorali”.

Ecco perché il consiglio di oggi era di fondamentale importanza per capire in quale direzione muoversi. Dopo il tempo dedicato alle interrogazioni, l’assise è entrata nel vivo dell’ordine del giorno di questa seduta monotematica, dove sono stati invitati anche magistrati, associazioni, forze dell’Ordine e sindacati.

Subito capiamo che in questi giorni potrebbe arrivare una svolta sulle indagini in corso. Infatti sono stati raggiunti già dei risultati che verranno incrementati con ulteriori indagini e dovrebbero essere presi dei provvedimenti nei prossimi giorni. Indagini fondamentali per capire l’attuale posizione del clan Partenio, sempre più presente sul territorio, come ha riferito il la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA).

Dopo la canonica apertura dei lavori da parte del presidente del consiglio comunale, Ugo Maggio, sono intervenuti gli ospiti. Ad aprire la seduta l’intervento del presidente di Confindustria Avellino, Pino Bruno che ha chiesto concretezza, ha richiamato a tenere la guardia alta e di reagire con forza e determinazione.

All’intervento di Bruno si è associato quello del presidente della Camera di Commercio Oreste Pietro Nicola La Stella che ha parlato di un fronte comune partendo dal senso civico che deve essere insegnato nelle scuole. “Non siamo abituati a combattere questi fenomeni. Ricordiamo l’Irpinia come un’isola felice” ha detto.

Interessante l’intervento del numero uno dell’Associazione Costruttori Edili di Avellino, Michele Di Giacomo, che ha dato la sua disponibilità alla forze dell’Ordine e alle istituzioni per tutelare un settore, quello edilizio, particolarmente esposto e sensibile alle infiltrazioni criminali.

“Bisogna investire sulla vivibilità della città” ha detto Mario Melchionna, segretario Cisl che ha proposto un protocollo sugli appalti. Stessa idea del segretario Uil Luigi Simeone. “Il protocollo è un luogo di confronto e scambio di informzione” spiega, per poi proseguire: “Bisogna fare di più rispetto al lavoro che non c’è. L’illegalità trova varchi in questo senso di precarietà del lavoro”. Di trasparenza e legalità ha invece parlato il segretario della Cgil Franco Fiordellisi.

Il dibattito, poi, ha coinvolto le forze politiche di Piazza del Popolo. Il primo a parlare è stato il consigliere Dino Preziosi, poi Carmine Montanile che ha fatto riferimento ai piani anti-corruzione e ai conflitti di interesse. “Invito a svolgere una riflessione che parta dalla debolezza della società civile. La logica del rispetto delle regole non sembra essere ad appannaggio di un’Irpinia che è caduta in un cono d’ombra” ha sottolineato Amalio Santoro, capogruppo di Si Può. “Stesso i consiglieri devono dare luogo a comportamenti trasparenti a partire dalla dichiarazione del proprio reddito” è l’invito di Nicola Giordano di Laboratorio Avellino.

Il dibattito andato in scena oggi sulla criminalità organizzata non ha offerto particolari spunti polemici. Assenti, invece, il procuratore Rosario Cantelmo e il prefetto Maria Tirone, pure invitati. Presenti in aula anche gli ex sindaci Paolo Foti e Vincenzo Ciampi.     

Giuseppe Di Martino