Sindaci dei Comuni di Aiello del Sabato, Montefusco, Montecalvo, Pietradefusi, Montefredane, Pratola Serra, Sorbo Serpico, Pago Veiano, Sant’Arcangelo a Trimonte, Santo Stefano del Sole, Capriglia Irpina, Mirabella Eclano, Torrioni, Petruro Irpino, Santa Paolina, Paternopoli, San Giorgio del Sannio, Venticano e Montoro – con il sostegno, seppur non presenti per motivi organizzativi, dei Comuni di Calvi, Tufo, Vallesaccarda, Santa Lucia di Serino, Manocalzati e Salza Irpina, Lauro, Forino, Montemiletto, Ospedaletto D’Alpinolo, Mercogliqno, Atripalda, Castel Baronia, Volturara, Sant’Angelo a Scala, Cesinali, Fontanarosa, San Martino Sannita – riunitisi presso la sede della Fondazione Pascucci di Pietradefusi, hanno discusso con fermezza e senso di responsabilità della drammatica crisi che da troppo tempo investe la gestione idrica affidata ad Alto Calore Servizi.
Premesse
* La società Alto Calore versa in una condizione di grave indebitamento che mette a rischio la continuità del servizio.
* Le comunità locali subiscono quotidianamente disservizi, con interruzioni prolungate della fornitura che privano famiglie, attività economiche ed enti pubblici di un bene primario come l’acqua.
* Nonostante siano stati già stanziati fondi per investimenti, questi non si sono tradotti in azioni concrete per la manutenzione delle reti e per la riduzione delle perdite idriche, che restano tra le più alte d’Italia.
I Sindaci, nella loro veste di rappresentanti istituzionali delle comunità, hanno deciso di:
* Organizzare una manifestazione pubblica in fascia tricolore sotto Palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania, per chiedere con forza un nuovo e immediato intervento finanziario che garantisca la prosecuzione della gestione ordinaria del servizio idrico.
* Sollecitare l’attuazione degli investimenti già finanziati, con tempi certi e verificabili, al fine di migliorare l’efficienza delle reti, ridurre le perdite e garantire la continuità dell’erogazione.
* Rivendicare un cambio di passo nella governance della società, proponendo l’individuazione di un Amministratore Unico scelto collegialmente dai Sindaci-soci, fuori dalle logiche dei partiti e orientato esclusivamente all’interesse pubblico e dei territori, rappresentati in seno all’assemblea, occorre sottolinearla, dai Sindaci e dagli amministratori e non da forze esterne.
Conclusioni
Il fronte comune dei Sindaci nasce dalla volontà di dare risposte immediate ai cittadini, ormai esasperati da inefficienze e ritardi non più tollerabili ed ammissibili.
L’acqua è un diritto fondamentale e non può essere ostaggio di logiche politiche né di inerzie gestionali.
Con questo documento, i Sindaci dell’Irpinia e del Sannio chiedono alla Regione Campania e alle istituzioni competenti di assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, per scongiurare il collasso del servizio idrico e restituire dignità a comunità che meritano rispetto e soluzioni concrete.
Per questo proponiamo che, mentre chiediamo alla Regione di intervenire, di avviare un percorso per costruire davvero il Gestore Unico Regionale del Servizio Idrico Integrato, un progetto di medio lungo periodo che dia stabilità e prospettiva a tutto il sistema idrico campano.
Che si possano applicare finalmente le direttive della legge regionale sulla tariffa unica, che si costituisca si costruisca un sistema regionale delle reti idriche con la regione direttamente interessata nella gestione e nella partecipazione aziendale, che si metta mano ad un piano industriale di investimenti, non solo nel rifacimento delle reti idriche, ma in auto produzione di energia elettrica, in infrstrutture tecnologiche di controllo dei guasti, in razionalizzazione degli sprechi economici e nel controllo attento e continuo sul territorio del fenomeno sottaciuto del furto delle risorse idriche.
Chiediamo che nel piano industriale parte delle tariffe sia impiegato per gli investimenti per statuizione.
Che si guardi al futuro con la costituzione di una società unica regionale di gestione dell’acquedotto Campano, che omologhi e uniformi status e trattamenti.
Chiediamo alla Regione ed al commissario per le acque di intervenire i affinchè si possa rideterminare la fornitura di acqua in favore di altre regioni e/o provincie e che i ristori economici in favore del nostro territorio non siano solo vacue promesse ma siano effettivamente incassati ed utilizzati per la riduzione del mostruoso debito accumulato da ACS.

Infine i sindaci sono pronti ad una condivisione ed ad una convergenza su un profilo di amministratore che possa riportare la politica al centro della governance aziendale, che sia più diretta espressione della volontà dei territori e dei soci dell’ACS, ovvero le amministrazioni locali, che possa essere figura di riferimento trasversale e che dia le necessarie garanzie politiche e non solo tecniche a tutti.
L’acqua è un bene comune, un diritto primario e un fattore di sviluppo.
Agire nell’emergenza è necessario; progettare il futuro è un dovere.