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“La lista ‘Roberto Fico Presidente’ è esclusa, al momento, dalla competizione elettorale nella circoscrizione di Avellino. Un’ingiustizia, sicuramente, contro la quale battaglieremo fino all’ultimo in Consiglio di Stato, e chi vorrà potrà consultare atti e verbali dei Tribunali che, in nome di una norma che regola la democraticità della competizione elettorale, di fatto eliminano la possibilità per quattro candidati di partecipare democraticamente alle elezioni.” Così, in una nota, Maria Laura Amendola, capolista irpina della lista “Roberto Fico Presidente”.

“L’ultima settimana è stata, per me, alla prese con la mia “prima volta” nel tritatutto elettorale, emotivamente complicata, ma sicuramente utile a centrare ancora meglio il focus della mia candidatura.

“Non io, noi” non è uno slogan: è una visione politica nuova che esclude personalismi, opportunismo e arrivismo dei singoli, e mette al centro la partecipazione di tutte e tutti alla vita politica delle comunità. Una parola, “politica”, che è stata così tanto umiliata da rendercela avversa, ma che dobbiamo rivendicare come diritto: chi decide, decide per noi e deve decidere con noi. Chi ci rappresenta deve rappresentare i nostri bisogni, le nostre proposte, e non i propri interessi individuali.

Con la serenità di chi ha sempre e incessantemente lavorato per il territorio, mi sento di dire: “Non io, l’Irpinia”. Non conta se sarò candidata o meno alle prossime elezioni regionali, contano le proposte che restano in campo per il nostro territorio. Conta lavorare su quali strumenti di consultazione possiamo attivare per la costruzione di opere pubbliche, di progetti, del futuro dei paesi e della città. Conta garantire una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, un piano per fermare dissesti, alluvioni, incendi e gestire la sismicità della zona. Conta valorizzare la cultura locale e creare un fondo per il lavoro culturale che garantisca compensi giusti e contrasti il lavoro nero per chi opera in questo settore.

Conta una rivoluzione contadina: con il recupero di terreni abbandonati per chi vuole avviare un’impresa agricola, con un reddito di contadinanza per chi si impegna nella manutenzione del territorio, con una rete di bio-distretti in cui agricoltura biologica e turismo rurale camminano insieme, con l’acquisto da parte delle mense pubbliche di prodotti locali e biologici. Conta l’apertura di 160 nuovi consultori, con équipe complete e accesso diretto, per adeguarci agli standard minimi di diritto sanitario e giustizia sociale. Conta una Legge Regionale sull’Educativa di Comunità, con scuole che si trasformino in presidi civici aperti 365 giorni all’anno, per educare i più piccoli alla non violenza, al rispetto e all’affettività. Conta un welfare nuovo, generativo: non assistenzialismo, ma investimenti che diano autonomia, dignità e lavoro. Conta che le aree interne diventino protagoniste dello sviluppo della Regione, con tavoli di co-programmazione che superino la logica del “consigliere amico”. Di fronte a tutto questo, la mia candidatura individuale conta poco. Davvero poco”.

Eccesso di firme, il Tar esclude la lista di Fico in Irpinia