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Avellino – Rimane ancora fermo presso la presidenza del Consiglio Comunale il regolamento con il quale si danno nuove disposizioni per l’installazione delle antenne per la telefonia mobile. L’argomento, arrivato in consiglio e poi ritirato dall’assessore Augusto Penna per mancanza di numeri, non farà parte delle prossime sedute fissate per lunedì 18 dicembre in prima convocazione e per il 19 ed il 20 dicembre in seconda convocazione.

 Purtroppo si dovrà aspettare ancora, anche se l’argomento è tra quelli che dovrebbero vedere la condivisione di tutta l’Assise di Piazza del Popolo se  si volesse operare a favore degli avellinesi e per tutelare la loro salute.

Purtroppo la questione delle emissioni elettromagnetiche e dei possibili danni alle popolazioni risale a più di un decennio fa. Anche Avellino è stata investita in pieno da un rischio che ancora  non è stato  ben calcolato. Sia lo Stato che l’Istituto Superiore di Sanità, a partire dal 2001, hanno cercato di intervenire per stabilire dei parametri ed evitare installazioni selvagge sui tetti della città.  Ma di fatto ci sono ancora postazioni che, se sottoposte a verifiche, potrebbero risultare non a norma tanto da doverne predisporre la rimozione immediata. Ne è convinto il Presidente della quarta commissione comunale Gianluca Festa.

Parliamo  delle antenne che si trovano su un edificio privato a meno di 50 metri di distanza dalla scuola elementare Regina Margherita di Piazza Libertà, ed ancora dubbi si nutrono per gli impianti che campeggiano sulla sede del Cnr, il Centro nazionale di Ricerca in Via Roma. Le postazioni si trovano  sicuramente ad una distanza superiore ai 50 metri dalla scuola elementare, ma comunque sono in luoghi che dovrebbero essere ritenuti sensibili per la presenza di una popolazione di bambini e di grande afflusso. Allora la Telecom rassicurò  che le emissioni non costituivano pericolo e qualcuno ci ha creduto.

Motivazioni che hanno riproposto vecchi dubbi ed interrogativi. Intanto  il numero degli impianti di ripetizione dei segnali per la telefonia mobile è cresciuto, così come  il numero di smartphone nell’uso quotidiano.

 L’impianto è ancora lì. E, per quello che se ne sa, funziona.Una condizione di vivibilità che potrebbe avere compromesso, nel corso di dodici anni, la salute dei cittadini. Con il regolamento proposto dall’assessore Augusto Penna,  supportato dalla mappatura degli impianti fornita dalla Norman Research di Salerno, si porrà un freno e allo stesso tempo sarà il Comune ad interfacciarsi con le aziende della telefonia e a dettare le nuove condizioni.

Infatti nel documento, oltre ad essere contemplate tutte le norme nazionali, si intestano all’amministrazione comunale due prerogative essenziali: la vigilanza sui limiti delle emissioni in collaborazione con l’Arpac Campania e la predisposizione di una sorta di Puc delle antenne che contempla le  tredici aree (tutte rigorosamente pubbliche) dove i gestori potranno installare i nuovi impianti. Research ha contato 59 installazioni in tutta Avellino.  Dal regolamento in poi, l’incasso sicuro ci sarà solo per l’Ente di Piazza del Popolo che, prevedendo  almeno 30mila euro euro al mese come ratei per il fitto dei terreni e la concessione delle autorizzazioni all’installazione di nuovi impianti, guadagnerà una cifra pari o superiore a mezzo milione di euro all’anno.

Sempre  il regolamento stabilisce che tutti i fondi incassati saranno investiti per  il monitoraggio delle emissioni attraverso l’installazione di nuove centraline e alla realizzazione di un sito dedicato dove chiunque, in tempo reale, potrà controllare nella zona della città dove vive, quali e quanti impianti ci sono e con quali grado di emissioni operano. Sull’argomento vigilanza dei cittadini il presidente della Commissione Ambiente ed Ecologia, il consigliere Gianluca Festa, si dice irremovibile. E rilancia ritenendo fondamentale avviare al più presto le verifiche sul preesistente.