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Avellino- Lo chiamano il ponte dei suicidi. In via Ferriera il giovanissimo che si è lanciato nel vuoto ieri pomeriggio è solo l’ultimo dei tentati suicidi avvenuti in città che dovrebbero accendere i riflettori non tanto sul problema sicurezza (altezza delle barriere) ma sul perché un adolescente arriva a compiere un gesto così disperato.

I precedenti sono tanti. L’ultimo risale al 25 settembre scorso quando un 28enne avellinese tentò l’estremo gesto. Solo l’intervento di una donna e della municipale evitò una tragedia già annunciata. Un ponte che dovrebbe avere la funzione di collegamento tra il centro della città e la periferia e che invece è teatro di suicidi e tentativi disperati.

In estate, a giugno, è stata la volta di una donna di 35 anni che ha provato a lanciarsi nel vuoto, dopo aver superato la contestata protezione della barriera. Anche in quel caso solo la segnalazione dei cittadini ha salvato la donna. Non è stato così nel 2018 per un ragazzo del capoluogo morto poco dopo la vigilia di natale, che annunciò alla famiglia di volerla fare finita. La recinzione al Ponte della Ferriera fu innalzata nel 2015 ma evidentemente non è servita ad evitare un dramma senza fine che affligge tanti giovani che vivono ad Avellino e provincia.

Giuseppe Di Martino