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La dignità non si licenzia“. Con queste parole, Ciro Brosca, operaio e delegato sindacale della Aurubis di Pianodardine, rompe il silenzio sui social dopo giorni di proteste e scioperi seguiti al suo improvviso licenziamento. Una vicenda che ha scosso il mondo del lavoro irpino e mobilitato colleghi, sindacati e amministratori locali. Brosca parla di “un fulmine a ciel sereno”, ma anche di un atto punitivo nei confronti di chi “non si piega, non tace e continua a difendere i diritti dei lavoratori”.

Nel suo lungo messaggio, l’operaio ringrazia la famiglia, “scudo e forza in questi giorni difficili”, i colleghi “che non si sono voltati dall’altra parte”, e quanti – tra amici, cittadini e rappresentanti istituzionali – gli hanno manifestato solidarietà. “Non si sono limitati a starmi vicino – scrive – ma hanno perorato la mia causa e condiviso i miei ideali”.

Brosca denuncia anche di essere stato “pedinato per mesi” e di aver subito controlli sulla propria vita privata, “come il peggiore dei criminali”. “Ma io non sono fatto per abbassare la testa – ribadisce – la mia battaglia continuerà in un’aula di tribunale, con la forza della verità e la consapevolezza che la mia dignità non è in vendita”.

Da giorni, i lavoratori della Aurubis hanno incrociato le braccia in segno di protesta, chiedendo il reintegro del loro rappresentante e denunciando quello che considerano un attacco ai diritti sindacali. Accanto a Brosca si sono schierati la Fismic di Avellino, il sindaco di Mercogliano Vittorio D’Alessio, esponenti della maggioranza e dell’opposizione, oltre a don Vitaliano Della Sala, che ha espresso pubblicamente sostegno alla sua causa.

“Ho sempre fatto il mio dovere, da lavoratore e da delegato sindacale. Oggi pago il prezzo della coerenza, ma lo faccio a testa alta – conclude Brosca – perché chi ha la coscienza pulita non ha paura di niente” Una storia di resistenza e solidarietà che continua a tenere accesi i riflettori sullo stabilimento di Pianodardine, diventato nelle ultime ore il simbolo di una battaglia più grande: quella per la dignità del lavoro.