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Il sindaco Paolo Foti ha promesso che resterà sino alla fine del suo mandato, ma non sarà facile gestire il malcontento di una parte della sua maggioranza, sempre più critica soprattutto ora che manca appena un anno alle prossime elezioni amministrative. Il Pd, dunque, è in fibrillazione. La situazione dei democrat è delicata: il partito non ha una guida se non un ufficio politico composto dai quattro più alti in grado e rappresentanti solo di una parte del correntismo. Il congresso provinciale, nella seconda metà di luglio, comunque vada non riuscirà a pacificare gli animi: la posta è alta perché in palio  oltre alla fascia tricolore della città c’è qualche posto da parlamentare.

Sarà una resa dei conti senza esclusione di colpi. Nonostante tutto ci sono alcuni consiglieri comunali Pd che vogliono farsi avanti per le prossime amministrative. Per il momento sono solo voci, primarie permettendo. Che riferiscono, anzitutto, di Enza Ambrosone. La leader di Irpinia di Base, “benedetta” dal sottosegretario Umberto Del Basso De Caro – una delle correnti del Pd non rappresentate nel direttorio – e da una fetta rilevante del Pd irpino, è lanciata verso un incarico importante. Ambrosone è un amministratore di lungo corso con esperienza e capacità di mediazione. Una donna sindaco di Avellino sarebbe un segnale di cambiamento. Unica pecca: ha militato nell’Udc. Significa che quelli del Pd che dialogano con De Mita non la sostengono. In particolare, l’area De Caro si contrappone senza margini di mediazione ai dem che invece non disdegna il confronto con l’Udc. E’ evidente oggi nella composizione della lista a sostegno della candidatura a sindaco di Vignola a Solofra mentre ad Atripalda più o meno è lo stesso, in altri enti sovracomunali: vedi Asi, etc.

Altro candidato che viene dalla maggioranza è Gianluca Festa, ex vice per 10 anni di Giuseppe Galasso. Nell’attuale consiliatura si è messo in bella mostra per un’ intransigente opposizione interna. Alle ultime elezione regionali è stato il più votato in città (proprio dopo Galasso). In conflitto con i reggenti del Pd, rivendica uno spazio in forza dei numeri contro le resistenze della leadership: la presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, il senatore Enzo De Luca, i deputati Valentina Paris e Luigi Famiglietti. Si ricorderà il caso delle tessere on line al congresso. Restando nell’ambito del centrosinistra, Luca Cipriano la sua campagna elettorale l’ha già iniziata. Nelle scorse settimane ha fondato l’associazione “Ossigeno”: una proposta politica-elettoralistica alla città da parte di professionisti e associazioni che discutono di come risolvere nella pratica i problemi. Grandi manovre nella sinistra. Giancarlo Giordano di “SI” e Nadia Arace di “Possibile”, entrambi nel gruppo consiliare “Si Può” (in cui ha confluito pure Francesca Di Iorio, ex Pd, così come Arace) non se ne staranno a guardare. Possibili convergenze con “Mpd Articolo 1” di Francesco Todisco e forse con lo stesso Cipriano. Al centro della scena politica del capoluogo vorrebbe imporsi pure Ciriaco De Mita, oggi sindaco di Nusco, capo dell’Udc, forte dell’alleanza con De Luca in Regione. Potrebbe forse appoggiare un candidato Pd o indicarne uno: qualcuno immagina l’ex manager del “Moscati”, Pino Rosato.

E il centrodestra? Ha dato vita ad un riuscito, quanto inedito a livello nazionale, contenitore politico, l’associazione “Primavera Irpinia”. Fondata da Sabino Morano, ci sono Arturo Meo, vice coordinatore regionale per la Campania  Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Avellino, Ettore De Conciliis, referente regionale “Movimento Nazionale per la Sovrainità”. Candidato sindaco si dice Giovanni D’Ercole che può contare sul sostegno del presidente della Provincia, Mimmo Gambacorta, vice coordinatore regionale di Forza Italia, mentre i rapporti con l’altro leader dei berluscones, Cosimo Sibilia, è noto, non sono idilliaci. E infine c’è il M5s. In questo caso a candidarsi a sindaco, Carlo Sibilia. Che terminato il suo mandato da deputato magari deciderà di provare a sedersi sullo scranno più alto di Palazzo di città. Per i pentastellati non ci sarebbe neppure bisogno delle “comunarie”: Sibilia è l’unico nome spendibile contro i potentati politici locali.

In conclusione, i candidati saranno cinque o sei. Una cosa è certa: uno dei protagonisti non candidato sarà l’attuale sindaco: in molti per far colpo sugli elettori scommettono sui suoi errori sottolineando la storica avversione per questa amministrazione. Attenzione, manca ancora un anno. E se Foti ne uscisse a testa alta?