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“Non intendo riproporre la mia candidatura, non capisco perchè  mi viene fatta sempre la stessa domanda”– lo ribadisce il sindaco di Avellino Paolo Foti che è intervenuto all’apertura dell’Info Point sulla raccolta differenziato di Piazza Libertà.

Ma il primo cittadino, che ha evidenziato la necessità del punto informativo rivolto ai cittadini in questa fase di avvio del nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, non si sottrae ad alcune domande anzi va oltre e ripercorre i suoi quattro anni abbondanti di amministrazione a Palazzo di Città. Momenti anche di commozione nel suo racconto durante il quale, più di una volta, conferma la sua ferma intenzione a non voler riproporre una sua ricandidatura anche se gli venisse richiesto insistentemente.

Ho sempre detto che avrei dato il mio modestissimo contributo  alla città di Avellino per un solo mandato, questa è la mia posizione così come più volte ho ribadito anche ai mie elettori e non verrei meno a quanto detto.  Chi pensa il contrario allora si vede che non ha altro a cui pensare. Le cose che  sono state fatte, i risultati ottenuti? E’ stato fatto  quello che andava fatto, non c’è da gloriarsi. Tra l’altro io non ho più l’età per scendere in campo, non posso mettere nessuna maglietta”- dice  Foti che si sofferma a parlare del suo successore e  addirittura gli rassegna  le sue aspettative.

“Intanto auguro a a tutti il mio in bocca a lupo- prosegue – Cosa mi aspetto? Mi aspetto che il prossimo sindaco faccia comunque gli interessi di questa città; una città che ha bisogno di svilupparsi, di rialzarsi, di  progredire, di  fare meglio. Io non potrò che gioire. Il nuovo sindaco credo che debba essere una persona che debba dedicarsi  tantissimo, come ho fatto io nel bene e nel male ma totalmente.  L’amministrazione richiede grande impegno e non basta solo quello del sindaco e delle giunta. Con le mie modeste energie l’ho fatto per questa amministrazione ma è fondamentale un impegno corale, serio, solidale di tutto il consiglio comunale, maggioranza e opposizione. Io non auguro alla prossima aministrazione un consiglio così difficile come quello che io ho vissuto in questi anni. Non parlo di tradimenti ma è un’Assise difficile e una impresa complessa, complicata. Sinceramente io pensavo che l’amministrazione avesse un modello sindaco esportabile, ma, per essere chiari e specifici, nell’amministrazione comunale di Avellino non c’è un modello sindaco. Ci sono, però, altre difficoltà e complicazioni. Quando, per esempio, si combatte  con emergenze quali la riduzione dei dirigenti previsti in pianta organica,  dove su otto ne puoi utilizzare tre o quattro perchè assenti per motivi di salute o familiari, allora vuol dire che la macchina non cammina. E’ come volere andare a Roma con mezzo serbatoio di benzina, come fai ad arrivarci?”

 Non tralascia nulla il primo cittadino di Palazzo di Città, anzi. Quasi a volere informare ulteriormente gli avellinesi a cui consegna il suo più grande rammarico, quello di non avere realizzato le condizioni tali da riportare la città a come era prima del terremoto dell’80. Ma prima di questo si sofferma sull’aspetto politico della vicenda amministrativa che lo avrebbe da sempre visto come il deposiario di un odio personale che ha condizionato la sua azione.

“La politica è stata turbolenta perchè lo è stata – precisa meglio– Io a distanza di un anno mi sono dimesso e ho fatto l’ errore di non mantenere quella decisione perché politicamente non c’erano condizioni per lavorare serenamente. Politicamente  ho registrato un clima di avversità personale, non voglio esagereare nè amplificare. Per me, ad un certo  punto c’era solo odio personale nonostante le enormi difficoltà amministrative che stavo cercando di affrontare”.

Ed infine sulle vicende giudiziarie che lo hanno visto protagonista :“Sono sereno anche perché ho fatto l’avvocato e non è  per forma che ho rispetto della giustizia ma capiso i procedimenti. Anche in questo caso  mi sarei aspettato un clima diverso. Era ed è noto a tutti delle criticità che abbiamo trovato, mi sarei aspettato dialogo civile e  solidarietà che non ci sono stati sempre. A differenza di molti che pensano che io sia lontano dall città, non è così. Avellino è una città che amo profondamento e pensavo di poter ritornare a quella Avellino di prima del terremoto quando era una città tranquilla, civile e ordinata. Purtroppo da dopo il terremoto sono saltati i meccanismi che hanno violato queste condizioni.  Il mio vero rimpianto è  non averla riportata a come era”.