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Avellino – “Ancora una volta debbo apprendere da altri della pubblicazione di una manifestazione di interesse, bandita dall’amministrazione comunale di Avellino, per “reclutare” due artisti “di chiara fama” per comporre la commissione esaminatrice del bando di concorso dell’opera d’arte da ubicare in Piazza Libertà. L’ultima chiamata alle arti attraverso una manifestazione d’interesse per reclutare due artisti e/o esperti “nel settore della storia e della critica d’arte contemporanea” per  comporre la commissione aggiudicatrice (cosa che dai più miopi può essere letta per una procedura della tanto decantata trasparenza) è una chiara resa rispetto agli obiettivi del bando e rispetto alle responsabilità, all’autorevolezza e alla cura per la guida dei processi che una amministrazione lungimirante dovrebbe avere.”

Questa la  nota stampa diffusa dal consigliere del Comune di Avellino Barbara Matetich in merito al bando per la realizzazione dell’opera d’arte in Piazza Libertà e che prosegue testualmente:

“Una amministrazione che decide coscientemente di intraprendere la difficile strada dell’educazione rispetto al bello studia, elabora, pianifica e si assume la responsabilità di decidere.

Qui, invece, si inciampa e non sapendo come comporre una commissione, si invitano artisti e“esperti” a partecipare. (ovviamente si invitano attraverso il sito del comune di Avellino e qualche notizia diffusa a mezzo stampa).

Qui si inciampa ancora, perché non credendo in quello che si fa, si ricade negli errori. La commissione è composta, secondo la legge, da due noti artisti “di chiara e comprovata fama” almeno nazionale …nessun riferimento a tecnici o critici d’arte.

Non mi sembra nemmeno strana tutta questa approssimazione, tutta questa superficialità, tutta questa noncuranza, tutta questa arroganza. Solo fumo negli occhi in attesa delle domande di partecipazione ad un concorso che ha da qualche giorno visto la proroga di scadenza al 7 di agosto, lo stesso giorno dell’approvazione del consuntivo.

E così, col consuntivo si darà il via libera anche ad un’opera che doveva essere d’arte e che invece è stata fatta ad arte per infiocchettare le rovine del paesaggio urbano e umano che ci circonda.

Alla fine gli artisti che parteciperanno al bando per la realizzazione dell’opera d’arte saranno per la gran parte del circondario (visto che il bando ha avuto diffusione solo sul sito del comune e su un quotidiano) e gli artisti di chiara fama chiamati a giudicare i progetti presentati saranno, presumibilmente, supposti esperti anch’essi locali ( peraltro scelti senza nessuna graduatoria ma discrezionalmente dall’Amministrazione).

Poi ci lamentiamo se il capoluogo non riesce a sprovincializzarsi e ad inserirsi in un circuito artistico almeno regionale.

Ma dov’è la politica? Dove sono i diritti, i sogni? Dove il piano strategico che ci appassionava e cresceva? Ben presto i sogni sono diventate disillusioni e le speranze disattese E questo il caso di Piazza Libertà. Una battaglia che porto avanti, da sola, da tre anni. E che non è cominciata come una battaglia, perché pensavo di lavorare a sostegno della crescita di una amministrazione e di una comunità, la mia. Ma le mie sollecitazioni, proposte, suggerimenti, contributi lasciano il tempo che trovano.

Evidentemente, all’interno di un’amministrazione comunale dove è premiata l’appartenenza pago la mia non appartenenza a bande e partiti.

Mi sono candidata con una lista a sostegno del PD e di questa amministrazione ormai troppo tempo fa, credendo di portare avanti un programma, ormai troppo tempo fa.

Eppure ben presto i sogni sono diventate disillusioni e le speranze disattese. Ma non per questo mi sono fatta trascinare in schieramenti peraltro mutevoli e cangianti, di maggioranza o di opposizione che fossero. Conosco quasi tutti i miei elettori per nome e resto consapevole del mio senso civico e del fatto che quando in una partita si incomincia a barare, quando non c’è più regola che tenga è preferibile rimanere in disparte a cercare di fare, in questo caso direi invano, la propria parte. E questo non vuole essere abdicare alle proprie responsabilità, che diventano , invece, più dure e isolate.

Io resto voce critica e senza senso rispetto a chi si è dimesso da un bel po’ di tempo da se stesso e dal suo mandato. Resto con i sogni e le speranze che il tempo mi riconsegnerà, lontana dai compromessi e dai cambi di casacca. Consapevole che, come diceva qualcuno, l’arte ci salverà.”

Ed infine il consigliere Matetich conclude: “Quando Michelangelo realizzò la statua di David, si pensò di nominare una commissione composta da artisti di chiara fama, per trovare la collocazione più opportuna. Non fu bandita nessuna manifestazione d’interesse, ma i consoli dell’arte della Lana, in accordo con la Signoria, il 25 gennaio del 1504, chiamarono a far parte di questa commissione Pietro Perugino, Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Piero di Cosimo, Filippino Lippi, Andrea della Robbia, Giuliano da Sangallo, Lorenzo di Credi, Andrea Sansovino, Davide Ghirlandaio, Antonio da Sangallo. Non sembra che ci furono accuse di mancata trasparenza, anzi nessuno trovò di che ridire”.