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Avellino – Il treno lento che viaggia lungo la tratta Rocchetta – Sant’Antonio, diretto a Lioni, è partito stamattina intorno 11,30 dalla stazione di Calitri facendo tappa a Conza, Andretta, Cairano. A bordo il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il presidente e il direttore della Fondazione Ferrovie dello Stato, rispettivamente Mauro Moretti e Luigi Cantamessa, la presidente del Consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, i deputati Luigi Famiglietti e Valentina Paris, il senatore, Enzo De Luca, il sindaco di Avellino, Paolo Foti, il consigliere regionale, Francesco Todisco, e vari sindaci e amministratori dell’Alta Irpinia.
«Una bella e straordinaria giornata di festa e carica di emozioni», ha esordito De Luca.
«La ferrovia Avellino-Rocchetta – ha continuato – è stata voluta Francesco De Sanctis, uno degli intellettuali più grandi del nostro paese e della cultura meridionalista che purtroppo si è andata perdendo. Oggi però stiamo investendo nello sviluppo di tutte le aree interne». Poi con la voce rotta dall’emozione, De Luca ha ricordato che proprio vicino a Calitri, c’è Ruvo del Monte, piccolo Comune della Provincia di Potenza, suo luogo natio, paese povero e isolato allora come oggi. Dalla stazione di Calitri, il nonno del Governatore, nel Dopoguerra prese il treno che lo portò prima a Napoli e poi in America. «Oggi la ferrovia Avellino- Rocchetta è un il primo passo per far uscire questo territorio dalla marginalità e dall’abbandono. Il Progetto Pilota Alta Irpinia – ha affermato il Governatore – è uno dei programmi per valorizzare le aree interne. Ci sono poi 200 milioni di euro per le vie di comunicazione e i trasporti.
L’altro grande obiettivo è il completamento della Lioni- Grottaminarda e la realizzazione di un asse trasversale che possa collegarla, passando per Contursi, al Cilento, costruendo così un ponte tra due mari, Tirreno ed Adriatico.
Intanto Moretti annunciato che entro la primavera del 2018 sarà riattivata la linea Rocchetta-Avellino: «120 chilometri di curve, ponti e viadotti. Una grande occasione per il turismo. Del resto, dove sono state riaperte le ferrovie turistiche c’è stato un notevole ritorno di presenze.
In quattro anni, Ferrovie dello Stato ha reso di nuovo percorribili 500 chilometri, i cosiddetti rami secchi, cioè percorsi dimenticati perché trasportavano poche persone e poche merci.
In tre anni, i biglietti staccati sono passati da 10mila a 100mila. I turisti, soprattutto stranieri, cercano il silenzio, le eccellenze enogastronomiche. Proprio l’Avellino-Rocchetta è una delle otto tratte più belle d’Italia».
La ferrovia – ha aggiunto Moretti – fu voluta da Francesco De Sanctis per essere strumento di sviluppo di un territorio povero e poco popolato. Ma ben presto divenne una via di emigrazione. Poi la guerra la distrusse in parte. Lentamente fu ricostruita e ancora un volta fu utilizzata per emigrare al Nord. Durante il terremoto dell’Ottanta nelle carrozze arrivate apposta furono sistemati gli sfollati.
Oggi grazie alla Regione Campania, che ha stanziato 20 milioni di euro, è possibile viaggiare di nuovo attraverso l’Irpinia, una terra che grazie al paesaggio e ai suoi prodotti tipici, si candida a diventare un polo turistico unico in Italia».