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Si ferma ufficialmente ad Avellino la lunga corsa della Democrazia Cristiana. Lo storico scudocrociato, il simbolo più barrato dagli italiani per dodici elezioni politiche consecutive, dal 1946 al 1992, con il picco in termini di voti assoluti – 14.209.519 -raggiunto nel 1976, ha terminato il suo viaggio. Un riposo che giunge proprio nel centenario dell’”Appello ai liberi e forti” di don Luigi Sturzo.  

Gianfranco Rotondi e Rocco Buttiglione hanno infatti ritirato il memorabile contrassegno con “scudocrociato rosso, su sfondo bianco, con la parte superiore dello scudo di forma arcuata e la scritta LIBERTAS, di colore bianco ed in carattere maiuscolo, nella banda orizzontale della croce” – per citare la descrizione che veniva allegata alla presentazione delle liste.

Una decisione conseguenziale alla scelta dei due reduci della balena bianca di porre fine all’esperienza della “Dc per le Autonomie” e del Cdu, i partiti superstiti della diaspora cominciata negli anni novanta.

Dopo la ‘consegna’ avvenuta ieri a Roma, con un evento alla Camera dei Deputati, l’emblema della Prima Repubblica da oggi è affidato alle cure della Fondazione Fiorentino Sullo, con sede in via Dalmazia 8 ad Avellino. 

“Non parlate di funerale”, si è raccomandato Rotondi. E allora parliamo di un giusto e meritato pensionamento. Giunto dopo decenni di battaglie e vittorie. E dopo innumerevoli – e inutili – tentativi di remake che restituivano al pubblico la sensazione della parodia, più che dell’omaggio.