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Dopo sei anni torna il derby delle aree interne tra Benevento e Avellino. Le lancette sono tutte punte alle 18.30 allo stadio “Vigorito” quando le due squadre si daranno battaglia, naturalmente in campo, per una partita che va oltre i tre punti in palio. Due squadre accumunate da un solo obiettivo: tornare nel mondo dei grandi. I padroni di casa, dopo la doppia retrocessione vogliono tornare almeno in Serie B. L’Avellino dalla sua, dopo la rinascita dalla Serie D post esclusione dal campionato di Serie B di un po’ di anni fa, tenta la risalita in cadetteria.

Sarà il derby anche tra presidenti, Oreste Vigorito da un lato Angelo Antonio D’Agostino dall’altro. Entrambi che sulla scena occupano un ruolo di primo piano, anzi primissimo. Un derby tra due imprenditori che occupano un ruolo di rilievo ampio sui territori. Occupando anche un ruolo centrale dal punto di vista del pluralismo e sulle dinamiche democratiche. Il primo è presidente di Confindustria mentre il secondo oltre ad essere sindaco del comune di Montefalcione, vive castamente sulla scena politica irpina. Lo scorso maggio in occasione Consiglio Provinciale allargato sulla Piattaforma logistica di Valle Ufita hanno avuto modo di scambiare qualche chiacchiera. Non solo calcistica. “Abbiamo preso solo tante mazzate nell’ultimo periodo io e D’Agostino – spiegò Vigorito Quindi al massimo possiamo far bollire un bollito in questa nostra pentola. Bisogna cambiare il modo di fare calcio, ripartendo dai nostri territori e dai calciatori che produciamo noi, senza andarli a prendere necessariamente all’estero o in Alto-Adige, solo perché corrono.

Non abbiamo altre strade, dobbiamo ripartire da qui, dai nostri calciatori e dai nostri talenti. Il calcio é semplice, ma non sono d’accordo con De Laurentiis quando dice che nessuno vedrebbe le sfide tra Napoli e squadre di provincia come Benevento, Avellino e altre come noi. Non è un modo di intendere il calcio che condivido: sono ancora per il calcio dell’oratorio, ma finché i costi erano sostenibili. Se si continuano a spendere milioni su milioni, l’oratorio chiude e se nessuno si fa prete, si chiude l’oratorio”.

Parole importanti, forse al vento visto che di investimenti entrambi per tornare quanto prima in cadetteria durante il mercato estivo, e non solo, ne hanno fatti tantissimi. Dalla riconferma di alcuni giocatori a cifre blu in casa Benevento fino alla costruzione di rosa importante sotto la lente di Giorgio Perinetti per l’Avellino. Eppure lì davanti c’è la rivelazione, forse oggi meno, Juve Stabia che continua a stupire con il piccolo esercito di Guido Pagliuca: giovani al potere. Al di là di ciò, il derby di domenica mette tutto in discussione. Non solo i tre punti, l’egemonia territoriale ma soprattutto la possibilità di avere la meglio tra due presidenti che negli ultimi anni possono dirsi scontenti.