Se chiude il tabaccaio, le sigarette o le caramelle può andarle a compare anche nel paese vicino o in città.
Se chiude la macelleria la carne la puoi sempre comprare il supermercato, pur consapevole della differenza qualitativa.
Se poi chiude anche la salumeria, devi soltanto sperare che almeno una delle due attività rimaste, oltre al bar, non chiuda le saracinesche perchè un medicinale può servire nell’immediato e un paese non può permettersi di stare pure senza farmacia.
E’ quanto sta accadendo a Sorbo Serpico, Comune della provincia di Avellino di poco più di 500 abitanti dell’area della Valle del Sabato.
E’ evidente che con un numero così esigio di popolazione residente, per il tabaccaio, il macellaio e il salumiere, diventa davvero difficile resistere e sperare il tempi migliori. Ed è questo il cuore del problema, a Sorbo Serpico così come in altre dozzine di comuni irpini ormai sempre piu spopolati e isolati.
Il segnale sempre più preoccupante del fenomeno inarrestabile dello stillicidio di serrande abbassate che colpisce piccoli negozi e botteghe artigianali fa il paio con territorio che si trovano a fare i conti con una desertificazione economica sempre più marcata. Le ricadute negative non si fermano all’aspetto puramente finanziario, ma investono anche il tessuto sociale e occupazionale.
La riduzione dell’offerta commerciale non fa che alimentare il senso di isolamento della comunità locale, già provata da uno spopolamento crescente e da un drastico calo demografico. La denatalità, unita alla cronica mancanza di opportunità lavorative, spinge le nuove generazioni a cercare fortuna altrove, lasciando il territorio sempre più svuotato e privo di prospettive.
Ed è perciò che con una popolazione in continuo calo, le attività commerciali dei piccoli centri sono inevitabilmente costrette a chiudere.
E il grido d’allarme arriva da chi invece ha scelto di resistere nella propria terra d’origine, come scrive in un’accorata lettera aperta un cittadino di Sorbo Serpico:
“Paese senza negozi per beni primari, e persone costrette ad andare giù in città o in qualche paese vicino, spostandosi con l’auto. Persone anziane senza auto non hanno la possibilità di spostarsi per comprare pane ed altri beni.
Causa anche il forte spopolamento, l’emigrazione dei pochi giovani, il paese diventa deserto. In pochissimi sono rimasti, mettendo su famiglia e rimanendo attaccati alle loro radici. E’ una cosa bruttissima ciò che succede anche a Sorbo Serpico come in altri paesi dell’Irpinia.
Invitiamo i giovani e i grandi imprenditori ad investire al nostro paese con qualsiasi attività: salumeria, macelleria, frutteria, pub, bar dove possano tenersi aperitivi e serate di musica live in piazzetta, pizzerie, salone da parrucchiere, studi medici,
Insomma qualsiasi attività andrebbe bene a Sorbo Serpico: basta recarsi presso gli uffici del Cmune per chiedere i contatti dei proprietari dei locali vuoti, da adornare e intraprendere per qualsiasi attività commerciale. diamo voce e accogliamo chiunque volesse investire al nostro amato paese.
La voce di chi è rimasto ancora”.