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Quando arriva a San Martino Valle Caudina, Angelo Borrelli viene circondato da persone in cerca di conforto. Il capo della protezione civile viene immediatamente fermato da un uomo che gli consegna una lettera, poi ha modo di vedere con i suoi stessi occhi i danni provocati dall’esondazione del 21 dicembre scorso. Soltanto per un puro esercizio del caso alla catastrofe ambientale non si unirono tragedie umane. Quaranta persone hanno dovuto rinunciare alla propria abitazione, una rimase ferita, eppure sono cifre che si sgretolano dinanzi all’idea di quel che sarebbe potuto accadere. La visita di Borrelli e del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, era volta proprio allo studio del fenomeno e alla prevenzione. “Dopo aver fatto tutto ciò che si poteva per la messa in sicurezza immediata, vanno studiati tutti gli elementi affinché un disastro simile non capiti più”, ha detto Borrelli a margine della sua ispezione in centro, dove ad accompagnarlo c’era il sindaco Pasquale Pisano

“E’ normale, nel 2020, essere ancora qui a parlare di fiumi tombati?”, gli chiede qualcuno. La risposta rimanda a tempi addietro: “Sappiamo che tra gli anni ’50 e ’60 in Italia certe decisioni sono state frequenti, ora andrebbe ripensata sul piano urbanistico la struttura di molti paesi e città. Quello che succede spesso nel Genovese e nel Livornese è riconducibile a questo tipo di fenomeni. Bisogna fare scelte coraggiose per la messa in sicurezza, serve un cambio di passo, senza escludere lo stombamento dei fiumi e costruire in luoghi diversi”. 

Quel cambio di passo ora i cittadini di San Martino Valle Caudina lo attendono proprio da lui, punto di riferimento della protezione civile: “Per tutti gli eventi di novembre e dicembre avvenuti in Italia abbiamo stanziato 5 miliardi e 600 milioni di euro, fondi che devono essere utili a riprogettare ma soprattutto ad evitare che si ripetano fenomeni simili. Per quanto riguarda San Martino Valle Caudina, la prima cosa da fare ora è intervenire a monte per liberare il corso fluviale dai detriti e dai tronchi. Successive scelte, determinanti, saranno ben ponderate dalle istituzioni competenti. Quello che posso ribadire è la presenza della Protezione Civile Nazionale, che sarà forte al fianco della cittadinanza”. Un pensiero replicato da Bonavitacola, che ha invitato a prestare massima attenzione in termini di prevenzione: “I cambiamenti climatici non sono qualcosa di astratto, si ripercuotono sulle nostre vite attraverso episodi di dissesto idrogeologico, e questa ne è una chiara dimostrazione”.

Al termine della visita in centro, Borrelli ha raggiunto il Coc per confrontarsi con il primo cittadino. Poi si è lasciato andare a foto di gruppo e strette di mano, prima di lasciare il luogo tra i sorrisi della gente. San Martino si scopre rinfrancata ma anche consapevole che il vero obiettivo è ricostruire quando i riflettori che hanno illuminato la giornata odierna si spegneranno inesorabilmente.