“È un ricatto politico, al limite della provocazione: una discriminazione, con pretesti vergognosi, alla quale ci opporremo in sede civile e penale, nei confronti anche di una ipotesi di concussione da parte dei dirigenti ministeriali”.
Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, è un fiume in piena all’indomani dell’alt all’uscita del piano di rientro sanitario deciso dal ministero della Salute.
A margine della inaugurazione del sistema robotizzato per la gestione dei farmaci dell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino, De Luca annuncia l’immediato ricorso al Tar del Lazio “per tutelare la Campania e i suoi cittadini” e ricorda che “la Campania, insieme a Veneto e Lombardia, sono le uniche regioni italiane in equilibrio di bilancio da dieci anni a questa parte. Dobbiamo prepararci alla guerra, i nostri nemici sono il Governo e il ministero della Salute”.
Ed ancora De Luca arringa: “.Da 13 anni chiudiamo il bilancio in attivo, ma siamo ancora nel Piano e per questo percepiamo almeno 200 milioni di euro in meno ogni anno dal Fondo di riparto nazionale. Altre Regioni come Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Toscana chiudono in passivo e non hanno piani di rientro. Oggi siamo mantenuti in Piano di rientro per un ricatto politico”, ha affermato De Luca.
Poi il Governatore interviene pure sulla crisi dei Pronto Soccorso: “Non è solo un problema di Avellino. Facciamo fatica a tenerli aperti, a cominciare dal “Cardarelli” di Napoli e diventa problematico aprire anche i centri di primo soccorso. La situazione è destinata ad aggravarsi fino a quando il governo nazionale non affronterà di petto la questione. La sofferenza dei Pronto Soccorso è destinata a continuare”.
Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, indica tre strade per fronteggiare l’emergenza: “Raddoppiare la retribuzione ai medici che operano nell’urgenza-emergenza; ridurre l’età pensionabile; consentire ai giovani laureati, dopo il primo anno, di lavorare in ospedale con retribuzioni più elevate”.