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Avellino – Falsi agriturismi anche in Irpinia: è questo che emerge dalla campagna controlli avviata dal Comando Provinciale Carabinieri di Avellino e dal Gruppo Carabinieri Forestali per la Tutela Forestale, Ambientale ed Agroalimentare della Provincia.

Non sempre è vera attività di agriturismo, e cioè non sempre l’azienda agrituristica nella preparazione dei cibi e delle bevande somministrati ai clienti rispetta le disposizioni e i limiti stabiliti dalla legge regionale n.15 del 2008 e del successivo regolamento di attuazione. Ecco allora che si creano situazioni di concorrenza sleale nei confronti dei «tradizionali» agriturismi dei ristoranti, trattorie, alberghi, che si trovano a dover far fronte a regole ben precise in materia fiscale, previdenziale e di sicurezza alimentare, con tutti i relativi costi.

Nella realtà anche nella nostra Provincia, dove si contano circa 150 attività, sono stati riscontrati casi di agriturismi «falsi», dove in questi si raggruppano chi è entrato nel mercato della ristorazione con furbizia o chi ormai ha perso ogni legame con l’attività agricola. Tale fenomeno genera non poco malcontento nella categoria degli operatori delle «tradizionali» attività turistico ricettive, per la evidente concorrenza sleale.

Gli operatori agrituristici sono i veri ambasciatori del patrimonio agroalimentare aggiungendo alla qualità dei prodotti il racconto straordinario di una storia di saperi

A volte però la parola “agriturismo” non ha niente a che spartire con questa attività: «L’agriturismo deve avere una parte agricola (vivaio, olivi, verdure, vigneto, animali e così via), il cui lavoro deve essere prevalente rispetto all’accoglienza”.

I finti agriturismi danneggiano e fanno concorrenza sleale a quelli veri poiché, per la maggioranza degli ospiti, l’agriturismo significa soprattutto cibi genuini e buona alimentazione.

Proprio per tale motivo nell’ambito di un servizio straordinario sono state effettuate in tutta la Provincia numerose verifiche ispettive, in particolare tutti quegli agriturismi o presunti tali, circa 43, non presenti nell’archivio della Regione Campania, di cui all’art.8 della legge Regionale 15/2008, che disciplina le specifiche attività agrituristiche.  

A seguito delle verifiche sono stati contestati illeciti amministrativi di vario genere in quanto sono state rilevate illiceità in merito alla corretta gestione dei rifiuti, alla normativa urbanistica-edilizia, all’osservanza delle norme in tema di superamento delle barriere architettoniche, alla tracciabilità degli alimenti.

In alcuni casi addirittura è stato riscontrato l’uso non corretto di denominazione di agriturismo, utilizzando allo scopo anche cartellonistica non regolare. Infatti molti dei controlli posti in essere hanno evidenziato come diverse attività non potevano essere assolutamente considerate “agrituristiche” in quanto non avevano rapporto di prevalenza ore lavoro/ettari tra azienda agricola ed attività agrituristica, non somministravano pasti e bevande costituiti in misura prevalente da prodotti propri dell’azienda agrituristica o comunque provenienti da altre aziende agricole regionali certificate, con preferenza per i prodotti tipici e tradizionali e per quelli a marchio DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG (come previsto dalla Legge regionale 15/2008).