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Avellino – Il Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi ha archiviato la posizione del medico indagato per il decesso di Giuseppe Ferraro, il sessantaseienne morto nell’agosto 2017 mentre si trovava agli arresti domiciliari. Morte dovuta ad un tumore che gli era stato diagnosticato troppo tardi mentre era recluso, ma nello stesso tempo ha riaperto le indagini, sollecitando infatti la Procura, a cui sono stati trasmessi gli atti, ad approfondire eventuali lacune riferite al comportamento dei medici ospedalieri.

Per questo ci sarà l’apertura di un fascicolo contro ignoti per il reato contestato al medico indagato. Una valutazione che era stata avanzata anche dai legali di parte civile, i penalisti Annibale e Carolina Schettino nell’atto di opposizione all’archiviazione del pm di qualche mese fa. Vi è, invece, una chiara lacuna nelle indagini nella ricostruzione e valutazione del successivo ritardo diagnostico che sembrerebbe da ascrivere ai sanitari ospedalieri, che ebbero ad adoperare gli esami strumentali su Ferraro, poi deceduto, tenuto conto che effettivamente un ritardo diagnostico vi fu e la neoplasia quindi diagnosticata solo il 9 marzo 2017 e nemmeno viene tempestivamente comunicata.