Chi alzerà al cielo di Monaco di Baviera domani la Champions League? Il capitano dell’Inter Lautaro Martinez o quello del Psg, Marquinhos? Se quella coppa è un sogno che i campioni inseguono, c’è chi lo costruisce materialmente ad Avellino: si tratta di Alberto e Igino Iacovacci e Nicolina Addonizio, ceo presidente e vice presidente della Iaco Group, leader internazionale nella produzione di trofei, partner decennale ed esclusivo di Lega Serie A e Uefa, che ha realizzato la coppa dalle Grandi Orecchie anche in questa edizione 2025 che sabato Inter e Psg si contenderanno nella finale di domani.
“É motivo di grande orgoglio e soddisfazione – dichiara il Ceo Alberto Iacovacci – per la nostra azienda essere ancora presenti in un palcoscenico così importante quale la Finale di Champions League, con l’auspicio di continuare ad ottenere nei prossimi anni sempre più importanti e prestigiosi traguardi”. Gli autori campani di grandi trofei, che hanno sedi anche a Vicenza e Lugano, hanno anche realizzato le coppe dell’Europa League e della Conference, assegnate in queste settimane dopo essere state prodotte artigianalmente dei laboratori della Iaco Group. Ogni coppa viene realizzata come un’opera d’arte speciale, di altissima qualità su indicazioni dell’Uefa: la versione originale della Champions League Cup, realizzata interamente in argento, ha un’altezza di 73,5 cm e un peso di circa 10 kg.
Dal 2005, ovvero da quando è nata la nuova formula, la Champions porta incisi sul retro i nomi di tutte le squadre che l’hanno vinto in precedenza. Dal 2009, la coppa vinta sul campo rimane all’UEFA. Chi vince può tenerla dalla vittoria fino a due mesi prima della finale della stagione successiva. Alla squadra vincitrice va poi una replica. Nella coppa della Champions c’è tanto dei maestri e degli orafi dell’azienda che per creare quel trofeo usano l’opera manuale per oltre l’80% in una creazione in cui c’è pochissimo di industriale. Infatti dal primo all’ultimo passaggio servono quasi tre mesi di lavoro per realizzare anche il segreto dei manici del trofeo che rendono l’opera unica al mondo: bisogna realizzarli in modo armonico con l’anfora ed è uno dei passaggi più difficili in assoluto, non è semplice saldarli in modo che sembri un unico pezzo.
“É motivo di grande orgoglio e soddisfazione – dichiara il Ceo Alberto Iacovacci – per la nostra azienda essere ancora presenti in un palcoscenico così importante quale la Finale di Champions League, con l’auspicio di continuare ad ottenere nei prossimi anni sempre più importanti e prestigiosi traguardi”. Gli autori campani di grandi trofei, che hanno sedi anche a Vicenza e Lugano, hanno anche realizzato le coppe dell’Europa League e della Conference, assegnate in queste settimane dopo essere state prodotte artigianalmente dei laboratori della Iaco Group. Ogni coppa viene realizzata come un’opera d’arte speciale, di altissima qualità su indicazioni dell’Uefa: la versione originale della Champions League Cup, realizzata interamente in argento, ha un’altezza di 73,5 cm e un peso di circa 10 kg.
Dal 2005, ovvero da quando è nata la nuova formula, la Champions porta incisi sul retro i nomi di tutte le squadre che l’hanno vinto in precedenza. Dal 2009, la coppa vinta sul campo rimane all’UEFA. Chi vince può tenerla dalla vittoria fino a due mesi prima della finale della stagione successiva. Alla squadra vincitrice va poi una replica. Nella coppa della Champions c’è tanto dei maestri e degli orafi dell’azienda che per creare quel trofeo usano l’opera manuale per oltre l’80% in una creazione in cui c’è pochissimo di industriale. Infatti dal primo all’ultimo passaggio servono quasi tre mesi di lavoro per realizzare anche il segreto dei manici del trofeo che rendono l’opera unica al mondo: bisogna realizzarli in modo armonico con l’anfora ed è uno dei passaggi più difficili in assoluto, non è semplice saldarli in modo che sembri un unico pezzo.