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Avellino – Dovrà procedere su un percorso che, seppure accidentato, dovrà avere una sola direzione: la fine del mandato. Basta annunci, basta proclami, basta minacce, basta anche altri ricambi in Giunta. Vista la frizione significativa tra il suo assessore al Patrimonio, in quota Scelta Civica, Paola Valentino, e il consigliere di riferimento Nicola Poppa, il primo cittadino potrebbe anche valutare l’opportunità di procedere all’ennesimo ricambio di un suo assessore. Molto dipenderà dalle desiderata dell’on. Angelo D’Agostino. Anche questa vicenda potrebbe pesare e non poco sul prosieguo dell’azione amministrativa. Tempo qualche giorno e ne capiremo tutti di più.

Ma veniamo alla cronaca spicciola della due giorni terminata da qualche ora a Palazzo di Città. Le opposizioni non hanno usato mezzi termini per censurare “l’andazzo” di sindaco, assessori e consiglieri di maggioranza. Foti è stato definito un moccioso, è stato accusato di non fare le cose che annuncia, e quindi di non dire la verità. E’ stato accusato dello stato di abbandono e di degrado in cui versa la città, di offendere la dignità dell’Aula Consiliare, di guidare un governo di minoranza. Di essere irrispettoso degli avellinesi suoi concittadini e suoi elettori.

Già i cittadini, forse era proprio con loro che dal primo momento Paolo Foti avrebbe dovuto stringere il solo patto che sicuramente gli avrebbe evitato questo disastro. Era con loro che il sindaco avrebbe dovuto attivare l’ascolto, quanto meno ricevendoli a Palazzo di Città, stringendo loro la mano, passeggiando anche per il corso cittadino. Come fa un buon padre di famiglia, frase che abusa spesso proprio il sindaco.

Ad oggi neanche gli innesti fatti per sostenere l’azione del capogruppo di maggioranza Geppino Giacobbe sembrano essere salvifici. Il quadrumvirato, che avrebbe dovuto ricreare un clima di serena condivisione e di collaborazione nella maggioranza, non sta funzionando. Certo, il consigliere Enza Ambrosone ha preso le difese del Sindaco, ha bacchettato i colleghi che siedono nella maggioranza, ha cercato di fornire una lettura diversa delle vicende legate alle dimissioni del primo cittadino e a quello che poi ne è conseguito. Ma non è bastato. C’è una parte della maggioranza che sulla possibilità di votare il Consuntivo ha palesato tutta l’insofferenza e il disappunto ed era pronta a votare no sul documento contabile. Erano Miro, Poppa, Festa, Negrone e Genovese. Cinque voti che sommati a quelli della minoranza avrebbero potuto mettere ko il sindaco. Una conta che ha reso necessario il ritiro immediato da parte dell’Assessore alle Finanze del documento, sfruttando al volo “…una pregiudiziale del consigliere Preziosi”. Una mossa strategica che per ora è tornata utile. Infatti, bisognerà aspettare la prossima sessione di consiglio, che sarà fissata probabilmente per il 7 e il 9 agosto per vedere con quale spirito questi consiglieri e in generale quelli della maggioranza torneranno in aula.

Non è passato inosservato il battibecco tra il Presidente del Consiglio e il consigliere del gruppo Davvero presente in maggioranza Gianluca Festa che è stato allontanato dall’aula per qualche istante. Festa ha poi richiesto la parola ed ha precisato di non avere alcun attaccamento né per la poltrona del Consiglio comunale e né per quella del consiglio provinciale, qualora si creassero le condizioni per tornarsene tutti a casa.