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Avellino – L’ex vice sindaco del Comune di Avellino Stefano La Verde è pronto a ritornare sulla scena alle prossime elezioni amministrative. Lo farà con il Pd laddove si creassero le condizioni giuste e certamente non con chi  ha tradito la sua lealtà e l’impegno assunto con gli elettori avellinesi.

Ripercorre brevemente il percorso a Palazzo di Città, non nascondendo sofferenza personale nel raccontarsi.

Cominciamo da questo Pd provinciale. Cosa succede?

Io credo che il Pd in provincia sia in una posizione di grosso stallo. Anche la venuta di Ermini non ha risolto i problemi. Il voler prevalere di alcune posizioni non porta da nessuna parte. Quello che non si riesce a capire è che il Partito democratico, che aveva fatto sorgere tante speranze in tanta gente anche nell’ottica della risoluzione di problemi annosi in questa provincia e soprattutto in regione  Campania, sta perdendo di giorno in giorno credibilità. Bisognerebbe che i signori del direttorio facciano un  esame  di coscienza. Tra l’altro, non so che cosa rappresentino. Devono lasciare spazio ad una nuova primavera dando la possibilità  agli iscritti e alla base di dire la loro. Altrimenti, andremo incontro a grosse grosse sconfitte nei prossimi mesi.

Lei è nel Pd…

Io  sono rimasto nel Pd perchè ho creduto e credo ancora in questo partito. E’ necessario un nuovo modo  di fare politica,  non  serve dare imposizioni agli iscritti per evitare , attraverso una discussione franca e leale su quelli che sono i problemi, di dettare a  dettare la linea politica.  Fino ad adesso tutto questo non è ancora avvenuto; c’è  solo una  situazione di blocco che  il commissario non ha ancora risolto o potuto riosolvere.

Veniamo alle prossime elezioni amminitrative. Lei ci sarà?

Se si riterrà opportuno di avvalersi della mia esperienza io sarei ben lieto di dare il mio contributo. E’  chiaro che io non potrei mai accettare di essere al fianco di persone che hanno tradito quelli che erano i programmi elettorali e soprattutto il mandato ricevuto dai cittadini di Avellino, lei capisce bene a chi mi riferisco.  Ritengo che chi non ha rispettato il volere degli elettori e soprattutto ha tradito i programmi elettorali debba farsi da parte. Io non esco dal Pd  ma avrei molte perplessità a stare al fianco di chi ha portato Avellino nel degrado.

Possiamo fare qualche nome?

Mi riferisco all’attuale sindaco della città di Avellino e soprattutto all’ex senatore Enzo De Luca, i quali per puro spirito di sopravvivenza  hanno messo sotto i piedi ogni forma di dignità. La città sta soffrendo paurosamente. Questi due signori non hanno dato la possibilità a chi era stato legittimanmente eletto, e non parlo solo del sottoscritto ma anche degli altri colleghi  consiglieri  comunali poi nominati assessori, di poter svolgere quello che i cittadini avevano richiesto che si facesse. Quella giunta, che fu letteralmente decapitata, aveva iniziato un lavoro rigettando  la possibilità di andare al dissesto nel rispetto della gente che ci aveva eletto. Ci siamo trovati di fronte  ad un  debito accertato, almeno era quello che ci è stato prospettato, di 23- 24 milioni di euro. Abbiamo rifiutato l’ipotesi di andare verso il dissesto o il predissesto per mantenere gli impegni. Quando i primi frutti già si iniziavano a vedere, purtroppo, siamo stati eliminati  per  il sottile soddisfacimento di una vendetta personale  per la mancata elezione  di un personaggio che, bruciato alle elezioni politiche e  bruciato alle elezioni regionali, ha voluto tagliare e  vendicarsi.  A  me dispiace aver dato lealtà a chi questa lealtà non ha meritato, lo dico con estrema serenità. Posso dire che l’attuale giunta non sta brillando in fatto di operatività e in fatto di produttività. Del resto Paolo Foti credo sia stato secondo solo all’ex presidente della regione Sicilia che ha cambiato 50 assessori  in un quinquennio mentre lui, in quattro anni, ha cambiato  una trentina di  assessori, persone degnissime ma che alla luce dei fatti non stanno producendo nulla di importante per la città e i cittadini.

Nelle ultime settimane sono tantissimi gli iscritti o simpatizzanti del Pd che hanno condiviso la linea del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro. Che ne pensa?

Il sottosgeretario  De Caro sta portando veramente innovazione che consiste in una nuova linea politica. Sta dando  la possibilità di confrontarci tra di noi, di poter dialogare cosa che i signori del direttorio hanno negando e stanno negando agli iscritti del Pd. Debbo dire che il mio approccio con l’area De Caro e in particolare con lui è stato sincero, io mi sento accolto ed  ho la possibilità di poter dire in maniera forte quello che è il mio pensiero interfacciandomi con gli altri.  Una condizione che non c’è nel partito così come non ci sono più i circoli a fare da raccordo e manca assolutamente la dialettica. A  me dispiace anche perché in un primo momento l’onorevole Rosetta  D’Amelio aveva dato l’impressione che  si  potessero creare nuove condizioni a Via Tagliamento. Poi nessun coinvolgimento, nessuna partecipazione diretta al dibattito su quelle che erano le scelte che si andavano a fare al  Comune di Avellino.  Capisco e comprendo l’onorevole D’Amelio su alcuni equilibri  da rispettare, però, non si può dire che un assessorato alla cultura possa condizionare in maniera reale la politica e l’amministrazione. Ad Avellino senz’altro la tanto auspicata ripartenza dell’amministrazione doveva basarsi su motivazioni nuove ben più concrete, invece noi siamo al blocco totale.

Rispetto all’amminitrazione Foti avrebbe fatto qualcosa di diverso? Ha qualche rimpianto?

A me dispiace solo essergli stato leale e avere operato in base a  quelli che erano stati i suoi input. Non ho rimpianti, ho operato a testa alta e con la massima trasparenza. I settori nei quali sono stato presente  credo siano stati fattivi al massimo. Oggi  non vedo nelle politiche sociali e nelle politiche abitative chi sa quali risultati. Nelle politiche abitative gli ultimi sgomberi, lo ricordo a me stesso, risalgono a tre anni fa e nelle politiche sociali vedo che il comune ha abdicato al ruolo di comune capofila.

Che cosa le è rimasto dell’amicizia con Paolo Foti, o meglio, cosa le è rimasto del rapporto umano?

Nulla, nulla assolutamente nulla. E’ stata per me una grande delusione dal punto di vista umano, non giudico sotto il profilo amministrativo. Altro non posso dire.