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Avellino – David Ermini accelera nei 21 Comuni che andranno al voto in primavera, compreso il capoluogo. Qui il congresso forse ci sarà a dicembre. Ieri in confronto con alcuni segretari di circolo a via Tagliamento, il commissario ha dettato la linea. «Ho avuto diverse richieste e ho incontrato i circoli per trovare una soluzione per fare il congresso velocemente: le amministrative sono alle porte e ci saranno in primavera inoltrata». L’anagrafe degli iscritti 2017 è pronta così come quella del 2016: in tutto ci sono quasi 13mila tessere. «Entro la prossima settimana manderò tutto a Napoli per la certificazione della platea degli iscritti e appena ci sarà l’ok vedremo». Non ha voluto rispondere né alla lettera sottoscritta da 80 amministratori, segretari di circolo e militanti nei giorni scorsi che chiedevano congresso subito e primarie né a quella indirizzatagli dal sindaco Paolo Foti e neppure incontrare una delegazione di militanti tra cui Ida Grella e Vanda Grassi, primo reggente del Pd appena nato. «Sono il commissario del Pd: le componenti, le aree, torneranno dopo il congresso».
«Rappresentiamo quella parte di partito che si rifà allo statuto e alle regole e intende valorizzare sui territori i segretari provinciali, i tesserati e tutti quelli che in questi anni ci hanno messo la faccia alla ricerca delle soluzioni sul territorio», ha replicato Grella: «Ermini non ci riceve perché non ha le risposte alle nostre richieste dalle quali non deroghiamo: congresso provinciale e primarie per le candidature alle politiche e alle comunali. Queste richieste – ha puntualizzato – sono in linea con le fondamenta del Pd. Ci auto convocheremo in assemblee aperte qui sul partito perché il partito è dei segretari circolo, di chi in questa provincia ha portato il Pd sulle spalle dal 2007. Inviteremo anche la stampa».
Per l’ex capogruppo della maggioranza consiliare, «se il Pd non riesce ad autogovernarsi in provincia di Avellino non si può proporre per governare i processi in una fase così difficile. La politica non è fatta di candidature imposte, la politica del Pd in cui crediamo è quella che si sviluppa sui territori e non procede a macchia di leopardo solo in quei comuni in cui si deve andare al voto. Evidentamente il Pd non impara dalle situazioni problematiche che sono vicinissime a noi come quella di Napoli e non impara dalle sconfitte. Ho chiesto al commissario di riflettere su quale potrebbe essere l’esito di una campagna elettorale in cui nessuno si sentirà coinvolto», ha sentenziato Grella. «Non ci saranno organismi eletti democraticamente in provincia che potranno proporre linee politiche su temi fondamentali come la salute, l’acqua, le energie rinnovabili e tutte le problematiche rimaste al palo da quanto il Pd, dopo le dimissioni del segretario, è tutto impegnato ad riorganizzarsi al suo interno. Non c’è in questo momento una linea politica. Altro che preoccuparsi dei 21 comuni al voto: ci ritroveremo in grande difficoltà tra scissioni e deresponsabilizzazioni. Il Pd – ha concluso – ignora la sua asse fondante: tesserati e segretari di circolo».