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Avellino – Seduta del Consiglio Comunale di Avellino dedicata al futuro della società Alto Calore, un argomento di grande attualità per la provincia di Avellino. Infatti la società gestisce il servizio idrico in ben 126 comuni dell’Irpinia. A richiedere la seduta monotematica è stato il gruppo “Si può”, guidato dal consigliere Amalio Santoro. Il comune di Avellino nella partita sulla gestione dei servizi idrici gioca un ruolo chiave, visto che gestisce il 10% delle quote. A Palazzo di Città si è parlato di gestione pubblica o privata di Alto Calore, che attualmente versa in una grave situazione di dissesto finanziario con 140 milioni di euro di perdite, figlia di sciagurate gestioni delle amministrazioni passate. Inizialmente assente il sindaco Gianluca Festa, che si trovava a Roma in missione istituzionale con l’assessore Genovese dal ministro dei trasporti, Paola De Micheli, per richiedere garanzie sulla metropolitana leggera. 

“Intorno a quello che si definisce un bene comune, cioè l’acqua, non si può speculare. È un tema troppo delicato. Sappiamo bene che i debiti di Alto Calore sono derivati dalla pochezza della politica degli ultimi 30 anni di amministrazione. Ci ritroviamo con il rischio di tradire i cittadini che hanno votato no alla privatizzazione dell’acqua nel 2011. La varie forme di aggregazione proposte celano la voglia di privatizzare” così Amalio Santoro nella sua relazione. Dure le critiche alle gestioni che hanno riguardato l’ente. Forti le preoccupazioni per il futuro. 

Il consiglio comunale, poi, ha dibattuto per cercare una soluzione, anche se in questa seduta una soluzione non verrà mai trovata. È stato evocato a più riprese il presidente Michele Vignola, presidente del Distretto Idrico Calore. Dai banchi dell’opposizione ha preso la parola anche il consigliere comunale Ferdinando Picariello. “Stiamo discutendo delle future generazioni di una risorsa fondamentale” ha detto il pentastellato descrivendo quelle che sono state le contraddizioni dell’ultimo referendum sull’acqua del 2011. Della stessa opinione il consigliere Iandolo, che ha posto la necessità di rispettare la volontà popolare. Ad ascoltare gli interventi il commissario provinciale del Partito Democratico, Aldo Cennamo. “Non svendiamo l’acqua con operazioni di facciata, con operazioni di scambio. Credo che di scelte sbagliate nella gestione ne siano state compiute a bizzeffe. Noi vogliamo evitare il fallimento dell’Alto Calore. Abbiamo il dovere di opporci a modifiche statutarie. Picconare la credibilità di un ente non aiuta a sostenere il futuro di questo ente. Dobbiamo fare pressione sulla Regione per le zone interne che necessitano di fondi al pari delle costiere e delle città metropolitane” ha detto il consigliere Cipriano.

Sia dalla maggioranza che dall’opposizione è stato invocato un documento unanime. “Eppure vedo pochi sindacalisti, lavoratori, dirigenti e soggetti deputati alla gestione dell’ente. Alle parole devono seguire i fatti” ha detto il capogruppo di Avellino Vera Gerardo Melillo. A chiudere i lavori il sindaco Festa, rientrato velocemente dalla Capitale. “Questo è un tema che da me è stato affrontato negli anni passati. Sono stato il primo a portare all’attenzione dell’aula il problemi dell’ente. Eravamo riusciti a recuperare 21 milioni di euro poi qualcosa è cambiato. Evidentemente è il modello di gestione a non funzionare. Il miglior servizio che ora possiamo dare è dire la verità e provare a somministrare la medicina migliore per guarire. Eserciteremo il luogo di capoluogo anche nella gestione dell’acqua. Ma quale comune irpino sarebbe in grado di ricapitalizzare l’ente. Sono previsioni visionarie. Questa è una partita che o ce la giochiamo insieme o perdiamo tutti. Convocherò un tavolo per sancire una strategia insieme a Cassa depositi e prestiti. Si va tutti insieme a Roma per cambiare il modello. Questa è l’unica strada percorribile”. 

Giuseppe Di Martino