Non si fanno attendere le reazioni dei consiglieri comunali dell’opposizione uscente, alla notizia delle condizioni delle casse del Comune di Avellino ( CLICCA E LEGGI QUI)
Il capogruppo Pd Luca Cipriano:
“9 milioni di euro di debiti non previsti.
“9 milioni di euro di debiti non previsti.
5 anni di spese folli per feste, incarichi e sprechi di ogni genere.
Il Commissario adesso chiede una sorta di “colletta” agli avellinesi per ripianare i debiti di chi ha amministrato sconsideratamente fino ad oggi…
Il Comune sembra essere sull’orlo del dissesto.
Il Commissario fa bene a far emergere la verità.
Va coinvolta la Corte dei Conti, vanno accertate le responsabilità.
A pagare non possono essere i cittadini, ma chi ha generato tutto questo”.
Il collega di partito Nicola Giordano aggiunge: “Due anni dopo: avevamo ragione. Era novembre 2023, in un clima di silenzi — dentro e fuori i partiti — di propaganda e di paura, quando denunciavamo a voce alta una verità scomoda: il Comune di Avellino era alla canna del gas, con i conti fuori controllo, le tasse al massimo, il patrimonio svenduto e milioni buttati in eventi effimeri.
Oggi, con una sindaca sfiduciata — Laura Nargi — e un ex sindaco, Gianluca Festa, che dopo averla sfiduciata, tenta di riciclarsi come moralizzatore della vita pubblica, quella verità viene confermata punto per punto dal Commissario chiamata a rimettere ordine.
Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni:
• Le casse comunali sono dissanguate;
• Gli sprechi sono stati enormi;
• Il “patto col governo” è servito solo a giustificare l’aumento delle tasse, senza alcun risanamento reale;
• I servizi essenziali — mense scolastiche, welfare, interventi sociali — sono stati abbandonati.
Avevamo un’amministrazione, quella dell’ex sindaco Festa, che ha usato i soldi pubblici come un bancomat per propaganda ed eventi, mentre aumentava le rette scolastiche e dimenticava i più fragili. Lo dicevamo allora, quando era difficile e impopolare farlo.
Lo certifica oggi chi ha raccolto i cocci dopo la tempesta.
La verità è questa: Avellino non è stata amministrata. È stata usata.
Ora servono memoria, responsabilità, ma soprattutto una visione nuova, radicale, concreta.
Per ricostruire dalle macerie, e per non dimenticare chi le ha causate”.
Il gruppo “Per Avellino” con l’ex candidato sindaco Antonio Gengaro: “Ecco perché si temeva tanto l’arrivo del Commissario prefettizio al Comune di Avellino. Perché avrebbe presto scoperto le carte della situazione finanziaria delle gestioni Festa-Nargi e Nargi-Festa, pronunciando parole di verità: i conti a Piazza del Popolo sono il risultato indiscutibile di amministrazioni irresponsabili e incapaci che hanno portato la città ancora una volta sull’orlo del dissesto”
“Si tratta dello svelamento di una colossale truffa ai danni dagli avellinesi: poco più di un anno fa, in campagna elettorale, l’allora candidata sindaco Laura Nargi, sostenuta dalle liste festiane, proclamava che il Comune era definitivamente uscito dalla crisi delle finanze, tanto da poter guardare a un avvenire addirittura roseo e gentile. Oggi il Commissario, a fronte di un disavanzo certificato nel bilancio consuntivo giunto a 27 milioni di euro, comunica invece l’impellente necessità di recuperare 9 milioni di euro in dodici mesi”.
Perrotta ha anche avviato la campagna di tagli, bloccando il rinnovo del contratto a tre dipendenti assunti a tempo determinato. Si aprirà poi un problematico periodo di lacrime e sangue, così pesante da chiedere subito di destinare il 5 mille sulle dichiarazioni dei redditi a favore dei servizi comunali.
“Ben venga – sottolinea “Per Avellino” – se ciò può significare l’assunzione di una responsabilità pubblica da contrapporre ai colossali sperperi della Dolce Vita di questi disastrati anni. E verrebbe da chiedere che cosa ne pensino i raffinati tecnici che hanno ricoperto nelle giunte Festa-Nargi e Nargi-Festa l’incarico di assessore alle Finanze, cioè Enzo Cuzzola, Mario Calabrese e Alessandro Scaletti: i loro piani di alienazione di beni pubblici, le fantasiose vendite, gli improbabili introiti, i deliri di onnipotenza appartengono a una fase di tragica commedia che ha avvolto la città di Avellino”.
“Chissà che cosa diranno oggi coloro i quali nelle ultime settimane si sono industriati ad allestire operazioni di salvataggio dell’ex sindaco Nargi, individuandola come il simbolo di una svolta la cui assoluta inconsistenza oggi viene dimostrata da inappellabili cifre”.
“Si tratta dello svelamento di una colossale truffa ai danni dagli avellinesi: poco più di un anno fa, in campagna elettorale, l’allora candidata sindaco Laura Nargi, sostenuta dalle liste festiane, proclamava che il Comune era definitivamente uscito dalla crisi delle finanze, tanto da poter guardare a un avvenire addirittura roseo e gentile. Oggi il Commissario, a fronte di un disavanzo certificato nel bilancio consuntivo giunto a 27 milioni di euro, comunica invece l’impellente necessità di recuperare 9 milioni di euro in dodici mesi”.
Perrotta ha anche avviato la campagna di tagli, bloccando il rinnovo del contratto a tre dipendenti assunti a tempo determinato. Si aprirà poi un problematico periodo di lacrime e sangue, così pesante da chiedere subito di destinare il 5 mille sulle dichiarazioni dei redditi a favore dei servizi comunali.
“Ben venga – sottolinea “Per Avellino” – se ciò può significare l’assunzione di una responsabilità pubblica da contrapporre ai colossali sperperi della Dolce Vita di questi disastrati anni. E verrebbe da chiedere che cosa ne pensino i raffinati tecnici che hanno ricoperto nelle giunte Festa-Nargi e Nargi-Festa l’incarico di assessore alle Finanze, cioè Enzo Cuzzola, Mario Calabrese e Alessandro Scaletti: i loro piani di alienazione di beni pubblici, le fantasiose vendite, gli improbabili introiti, i deliri di onnipotenza appartengono a una fase di tragica commedia che ha avvolto la città di Avellino”.
“Chissà che cosa diranno oggi coloro i quali nelle ultime settimane si sono industriati ad allestire operazioni di salvataggio dell’ex sindaco Nargi, individuandola come il simbolo di una svolta la cui assoluta inconsistenza oggi viene dimostrata da inappellabili cifre”.