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Avellino – Divieto di esercitare un’impresa per un anno. E’ la misura interdittiva che i magistrati dell’Ottava Sezione del Tribunale del Riesame di Napoli hanno applicato nei confronti dell’imprenditore Ciriaco Petrilli, fino a due anni fa gestore di centri di accoglienza che ospitavano circa mille profughi.

Ora ridotti a qualche centinaio. Misura sospesa, fino a quando non ci sarà il pronunciamento definitivo, il provvedimento è stato già impugnato dai legali dell’imprenditore. Un parziale accoglimento dell’impugnazione che i magistrati della Procura di Benevento avevano proposto nei confronti di Petrilli e di due funzionari della Prefettura di Avellino (Il Riesame ha rigettato la richiesta avanzata dalla Procura, ndr.) nell’ambito dell’inchiesta coordinata dall’Aggiunto Giovanni Conzo sulla gestione dei centri di accoglienza nella fase di emergenza sbarchi in provincia di Avellino.

L’indagine della Squadra Mobile di Avellino e della Guardia di Finanza di Napoli, era stata trasferita per competenza dal capoluogo irpino a quello sannita. Le accuse, per cui pende già una richiesta di rinvio a giudizio vanno dalla truffa al falso fino alla frode in pubbliche forniture. Il Gip del Tribunale di Benevento, nel luglio scorso aveva rigettato le richieste di misure cautelari avanzate. E il caso è passato al Riesame, che ha depositato qualche settimana fa un provvedimento di trenta pagine in cui è stata ripercorsa tutta l’inchiesta e le contestazioni. Respinta l’ipotesi che si sia trattato però di un reato di truffa per conseguire erogazioni pubbliche, bensì solo di semplice truffa. Il profilo è quello delle firme apposte come hanno svelato le intercettazioni della Squadra Mobile di Avellino, dagli stessi operatori dei centri.