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Avellino – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del Coordinamento # Nessuno Tocchi L’Irpinia.

“La decisione del Consiglio d’Ambito dell’ATO Avellino di votare il Piano Provinciale Rifiuti, confermando, con un’esigua maggioranza di appena sei componenti, l’indicazione di realizzare un biodigestore a Chianche, rappresenta un atto di protervia istituzionale senza precedenti.
Nonostante il TAR Campania abbia emesso una sentenza che nelle motivazioni fa capire chiaramente come quel sito sia inidoneo a ospitare un simile insediamento industriale, nonostante un tema così delicato non sia mai stato sottoposto all’Assemblea dei 119 Sindaci creando ad arte una Commissione tecnica che non aveva alcun potere di decisione in merito , nonostante non si sia mai prestata attenzione alle tante e significative voci di disaccordo provenienti dal mondo istituzionale, imprenditoriale, sindacale e associativo provinciale, nonostante fossero state avanzate anche migliori soluzioni alternative, si è voluto comunque scegliere una delle aree di pregio della vitivinicoltura italiana, meno infrastrutturate e inospitali dal punto di vista logistico .
Abbiamo sperato fino all’ultimo in un ragionevole e responsabile ravvedimento ma una certa politica ancora una volta ci ha dimostrato come si prediligano compatibilità e interessi particolari attraverso scelte indifferenti alle voci del territori e comportamenti dalla dubbia coerenza e credibilità .
Continueremo con la riconosciuta convinzione e fermezza la nostra battaglia di civiltà impegnandoci in tutte le sedi competenti, a cominciare dall’impugnare la relativa delibera esecutiva, a sostenere i diversi ricorsi pendenti e predisponendo un fascicolo di memoria di questa incresciosa vicenda da attenzionare alla Procura della Repubblica di Avellino.
I fatti si incaricheranno di dimostrare che l’indicazione di Chianche si rivelerà una scelta che non si concretizzerà mai e che produrrà ulteriori ritardi nella realizzazione del secondo biodigestore in Irpjnia apportando un danno incalcolabile al bene collettivo di cui gli autori si assumeranno le proprie pesanti responsabilità”.