Misure cautelari per tre persone nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Pistoiese. Tra loro anche Maurizio De Simone, indicato come amministratore di fatto della società toscana, per il quale il gip di Pistoia ha disposto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, notificati in carcere.
Le altre misure riguardano un avvocato 41enne, obbligato a presentarsi quotidianamente alla polizia giudiziaria, e un commercialista 70enne, interdetto per un anno dall’esercizio della professione. Tutti e tre, di origine campana, sono accusati di aver contribuito al dissesto della Pistoiese attraverso un sistema di frodi.
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza e avviate dopo la liquidazione giudiziale della Us Pistoiese 1921, ipotizzano a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false, compensazione di crediti fiscali inesistenti e appropriazione indebita.
Già a luglio era scattato il sequestro preventivo di beni per 1,7 milioni di euro. Secondo gli investigatori, De Simone avrebbe operato dietro lo schermo di una società di diritto inglese intestata a una trentenne di origine albanese, ma in realtà riconducibile a lui.