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Avellino – Il lupo è un animale notturno: gioca e si riposa nelle ore diurne, mentre di notte pratica la caccia che avviene in branco. E’ il sillogismo che calza a pennello per l’Avellino che contro ogni pronostico della vigilia ha annichilito il Teramo. Formazione per molti accreditata nel ruolo di outsider nel Girone C. Gli aprutini hanno dovuto fare i conti con il muro issato dall’Avellino di Giovanni Ignoffo. I lupi hanno strappato la continuità dopo la vittoria con la Vibonese mettendo in campo grinta, ordine ed efficacia. 

Una vittoria voluta e cercata dall’Avellino che nei primi minuti di gioco ha dovuto fare i conti con un Teramo pimpante. Ignoffo non si è scoraggiato attuando i dovuti accorgimenti in corso d’opera. Da qui i primi due sussulti con Di Paolantonio che ha trovato sulla strada un Tomei in giornata di grazia. Alla mezz’ora gli sforzi dell’Avellino vengono premiati con l’ottima intesa tra Rossetti e Micovschi. Il Teramo accusa il colpo a livello psicologico. L’espulsione per reazione di Cianci è la cartina tornasole del primo tempo.

Nella ripresa Tedino cerca di ridisegnare il Teramo, ma ogni tentativo finisce sul muro dell’Avellino. Ignoffo ne approfitta per dar fiato ai suoi lanciando nella mischia per la prima volta Karic. Lo svedese, che nelle ultime due settimane ha dovuto fare i conti con guai fisici e una fideiussione che tardava ad arrivare, ringrazia il tecnico piazzando il ko per il Teramo. Conclusione a giro sul secondo palo. Nel finale l’occasione per l’ex Lasik (al ritorno in campo dopo 18 mesi) che viene murata dalla retroguardia irpina.

Al triplice fischio la Curva Sud balla con i lupi. Due vittorie che sanno di ossigeno puro. Dopo l’estate a dir poco turbolenta la piazza si gode un gruppo che tra mille difficoltà lotta a viso aperto contro tutti per portare quanto più in alto la maglia biancoverde. Nei prossimi giorni dalla “casa madre” si capirà se andrà avanti il progetto oppure si passerà la mano ad altri. Chiunque resterà o arriverà ad Avellino dovrà percepire che questa piazza vive di pane e pallone ogni ora. Ogni giorno. Ogni istante.