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Un detenuto italiano di 34 anni si è suicidato nel carcere di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. L’uomo era stato trasferito per motivi di ordine e sicurezza da Carinola, in provincia di Caserta, dove nei giorni scorsi – secondo quanto si apprende – aveva aggredito quattro agenti penitenziari.


Secondo quanto sostiene Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria Spp, si tratterebbe del “sesto suicidio in 8 giorni in Campania. Forse qualcuno pensa che non intervenendo si svuoteranno le carceri. Il governo e l’amministrazione penitenziaria non sono in grado di contrastare questo stillicidio di vite umane, nessun provvedimento concreto è stato messo in campo per evitare l’amplificarsi del fenomeno che oramai ha assunto livelli record con 42 suicidi dall’inizio dell’anno. Il cambio di rotta tanto auspicato non vi è stato con questo governo. E’ aumentata l’indifferenza ai problemi delle carceri”.

 

“Se il Governo non realizzerà, come sembra, quota 41 per l’accesso alla pensione, l’ha già ottenuta con i suicidi in carcere. Il 41esimo detenuto morto in carcere, di carcere e per carcere dall’inizio dell’anno, si è impiccato ieri sera verso le 20, con i propri slip, in una cella singola del carcere di Ariano Irpino. A nulla sono valsi i soccorsi”. E’ quanto sottolinea Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria in merito all’ultimo caso di suicidio nel carcere di Ariano Irpino.

“Napoletano, 39 anni non ancora compiuti – prosegue la nota – si era reso protagonista di molteplici intemperanze e gravi aggressioni a operatori di Polizia penitenziaria, segno evidente di un disagio mentale che investe un vastissimo numero di ristretti e che ha inevitabili ripercussioni anche sul benessere del personale. Ai 41 suicidi di reclusi vanno infatti aggiunti anche i 4 appartenenti alla Polizia penitenziaria che nel corso del 2024 hanno messo fine alla propria esistenza”. “Ormai – sottolinea il sindacato Uilpa – è una strage senza sosta e se non ci sarà un’immediata inversione di tendenza si sfonderà tragicamente ogni record nella conta dei suicidi in carcere e per carcere. Il sistema ormai è imploso a causa di una gestione politica dell’apparato penitenziario sconsiderata che è stata perpetrata per decenni e che coloro che l’hanno alimentata adesso addebitano ipocritamente al Governo in carica. Governo, quello attuale, che peraltro dimostra incapacità nell’affrontare compiutamente il problema, come detto gravissimo e generato soprattutto da altri, e si mostra restio a intraprendere percorsi risolutivi o anche solo incisivi”.

“Una vera e propria emergenza come quella attuale – fa notare De Fazio – che per di più si protrae da lungo tempo, non può essere affrontata con strumenti e misure ordinarie.

Va varato un decreto carceri che deflazioni il sovraffollamento detentivo, sono oltre 14mila i detenuti in esubero, consenta l’assunzione straordinaria e accelerata di agenti del corpo di polizia penitenziaria, cui mancano più di 18mila unità, e permetta il potenziamento dell’assistenza sanitaria, specie di natura psichiatrica.

Parallelamente va riformato l’intero sistema d’esecuzione penale, vanno reingegnerizzati il dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e va riorganizzato il corpo di polizia penitenziaria. Lo ripetiamo, non c’è più tempo”.