L’inchiesta DolceVita che un anno fa si è abbattuta sul Comune di Avellino si avvia alle battute finali con l’eventuale richiesta di rinvio a giudizio e quindi il processo per i soggetti coinvolti.
Oggi il GIP ha eliminato quasi tutte le intercettazioni coperte da privacy e ritenute non utili ai fini processuali. Sarebbero stati conservati solo 17 secondi rispetto alle richieste dei legali della difesa.
Interviene il legale dell’ex sindaco Gianuca Festa, l’avvocato Luigi Petrillo: “Il Giudice ha accolto la richiesta di distruggere, oltre alle intercettazioni indicate dalla Procura e sulle quali non erano state fatte eccezioni, anche quelle segnalate come irrilevanti per il processo dalla difesa di Gianluca Festa Ma resta non risolta la grave questione sollevata dalla difesa degli indagati: non abbiamo avuto alcuna possibilità di consultare correttamente l’intero materiale intercettivo come è stato segnalato, infatti, agli indagati ed ai loro difensori è stata rilasciata copia di oltre 580.000 files in massima parte non sequenziati, né ordinati per obbiettivo o per data di captazione, ne’ per progressivo, così che risulta materialmente impossibile visionarli tutti ed estrapolare quelli di interesse difensivo, come è doveroso poter fare in un processo fondato esclusivamente su intercettazioni”.
Per cui “Il Giudice, ritenuto il rilevante tema proposto, ne ha, infatti, rimesso la soluzione alla Procura della Repubblica, affidataria per legge della gestione dell’ archivio informatico delle intercettazioni. Se la situazione di straordinario e caotico disordine del materiale consegnato alle difese dovesse ancora permanere, il processo sarebbe inevitabilmente segnato ed affetto sin dal suo inizio da una consistente – inaccettabile – violazione del diritto di difesa, di cui tutti i suoi protagonisti – chi accusa, chi difende e chi giudica – devono essere garanti.”