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Avellino – Riceviamo e pubblichiamo da Maria Rusolo, presidente Eudem.

 «Chi non conosce Don Chisciotte ed il suo fedele scudiero Sancho Panza, chi non ha mai immaginato nel leggerne le gesta la cavalcata, l’andatura di questo uomo di mezza età convinto di poter cambiare il mondo e di salvare deboli ed oppressi. Di solito quando si vuol definire una attività complicata e difficile, in realtà quasi immutabili si è soliti dire “ Sei come Don Quijote contro i mulini a vento”. Beh in realtà è quello che ci sentiamo dire spesso nelle ultime settimane, quando nel pensare e ripensare a come sia possibile lasciare che la nostra città muoia, affogata dal lerciume della corruzione e della concussione, sommersa dalla monnezza di chi ha pensato solo ad accumulare per se stesso nel totale dispregio del senso di comunità, ispirato solo dalla costruzione di una Apparente Moralità, nella quale celare il malaffare e l’egoismo dell’accaparramento, ci si pone dinanzi un Muro che ormai molti considerano insormontabile. Chi prova a cambiare le cose in questa città, come in molte altre realtà del Mezzogiorno d’Italia viene considerato un folle, una sorte di inutile sognatore, uno che in fondo non ha capito molto di come funziona il mondo, uno proprio come il Don Chiciotte, che dice di imbarcarsi in una avventura esaltato dall’amore per gli altri e per quei valori fondamentali che mai avrebbe potuto considerare “superati”. Esistono valori, principi che non possono essere oggetto di alcuna transazione, non possono essere barattati in cambio di un incarico, di una consulenza o di un appalto e di fronte al loro annientamento, non si può restare impassibili, non si può rimanere a guardare o quel che è peggio non si può girare la testa altrove, perché tanto non possiamo cambiare nulla, perché non è conveniente, perché infondo a nessuno interessa la nostra competenza, ma solo quanto siamo capaci di piegarci dinanzi allo strapotere di chi ormai da quarant’anni divora la nostra terra. Pertini diceva: “Non esiste una moralità pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto”. La città è in fermento, ci attende un autunno caldo, non per gli scioperi o le manifestazioni studentesche che hanno contribuito a cambiare il nostro Paese, in un’epoca che ormai ci sembra lontana, ma perché ci attende niente poco di meno che il Congresso del Partito Democratico Provinciale, perché in quelle stanze sempre vuote e piene sempre degli stessi personaggi e delle stesse dinamiche ormai da anni, si decideranno le sorti della nostra Città, si decideranno i nomi che ci rappresenteranno a livello nazionale e locale, e ci tremano i polsi all’idea che le facce possano essere sempre, banalmente ancora una volta sempre le stesse. Sempre la stessa società civile, sempre gli stessi “giovani” che si sono candidati a qualsiasi cosa, sempre gli stessi poteri forti, sempre le stesse caste massoniche, sempre la stessa Avellino immutabile che non intende cedere neanche un millimetro del proprio potere, senza vergogna e morale, al cospetto di una classe dirigente capace ed ambiziosa, affamata che merita di emergere e di provare a riprendersi la Città. Ci attendono tempi duri, durissimi, dove i nomi si rincorrono, dove gli aspiranti candidati, uscenti e non, hanno già iniziato il giro di telefonate ed il porta a porta, per i quartieri, da parenti ed affini, promettendo questo e quello, dove chiunque abbia operato sgomita per dimostrare la propria capacità politica e la propria moralità indiscussa ed indiscutibile, avvalendosi di ogni mezzo e mezzuccio lecito ed illecito, pronti a camminare su chiunque senza pietà e compassione. Tutti perfetti, tutti immuni da colpe, è sempre l’altro a non aver agito, a non aver parlato ad aver “arraffato” , tutti puri, immacolati come bambini appena usciti dalla fonte battesimale. Nessun peccato per carità, nessun privilegio, solo duro lavoro, selfmade men. Ed allora non ci resta che indossare l’armatura, caricare il nostro cavallo, farci coraggio, dotarci di un fido scudiero che ci accompagni nella lunga e faticosa avventura che ci attende, sicuri e dritti, illuminati dal sole, alla ricerca della Bellezza e della Ricchezza Umana perduta.
Un uomo fa quello che deve – nonostante le conseguenze personali, nonostante gli ostacoli e i pericoli e le pressioni – e questo è la base di tutta la moralità umana. (Winston Churchill)».