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Allarme per il futuro della Menarini Bus.  A lanciarlo sono Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil di Bologna secondo cui l’azienda “rischia di ripiombare nel caos” mentre “risulta assordante il silenzio del Ministero dell’Impresa e del Made in Italy che, nonostante le ripetute richieste di incontro da parte delle organizzazioni sindacali nazionali continua a non convocarci e anzi a portare la vertenza come esempio di ‘buon Governo’”.

A giudizio delle tre sigle “la situazione della Menarini desta ancora grande preoccupazione. Sono passati già dieci mesi dall’ingresso nella compagine societaria della nuova proprietà fortemente voluta dal Mimit e la produzione a Flumeri, nell’Avellinese, stenta a ripartire.

Non c’è traccia del rilancio dello stabilimento di Bologna – argomentano in una nota – nel quale dovevano essere concentrate alcune funzioni fondamentali e negli ultimi giorni si sono verificati alcuni eventi alquanto inquietanti: due figure centrali nel progetto industriale, il direttore industriale e il responsabile della produzione, sono scappati a gambe levate mentre l’azienda ha pensato bene di procedere con 5 licenziamenti unilaterali, 3 a Bologna e 2 a Flumeri, al di fuori della procedura concordata e firmata in Regione il 20 dicembre 2024″.

Secondo Fiom, Fim e Uilm, “paradossalmente, l’unica cosa che procede ordinatamente è il piano di ricollocamento fuori dall’azienda sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e votato dalle lavoratrici e dai lavoratori: ad oggi 12 hanno intrapreso un percorso di ricollocamento volontario e incentivato mentre saranno circa 30 quelli accompagnati verso la pensione”.

Di fronte a questa situazione, sottolineano ancora i sindacati, “bene ha fatto la Regione Emilia-Romagna a convocare le parti il 23 aprile per verificare l’andamento dell’accordo che prevede non solo il percorso di tutela per i lavoratori in esubero, ma anche un vero e proprio piano industriale e un piano di assunzioni del quale, ad oggi, non v’è traccia”.

I dipendenti dell’azienda, concludono Fiom, Film e Uilm, hanno “immediatamente scioperato lunedì 14 aprile alla notizia dei tre licenziamenti” bolognesi, “e torneranno a scioperare, con presidio, mercoledì 23 in occasione dell’incontro in Regione”.