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Avellino – Il ribaltone è servito in casa Avellino. Dopo la “riconferma” di Giovanni Ignoffo ecco il colpo gobbo di Salvatore Di Somma che ha deciso di affidare la panchina al vulcanico Eziolino Capuano. Un corteggiamento che durava dall’estate, ma che sono nelle scorse ore si è concretizzato. Un personaggio singolare. A dir poco colorito. Al di là di battute o meno Capuano ha cominciato la sua carriera da allenatore alla giovane età di 23 anni alla guida dell’Ebolitana in Interregionale. Un curriculum che parte dal lontano 1987 fino ad oggi. Tra le tante squadre allenate c’è la Paganese, Cavese, Rieti, Arezzo, Caserta, Fondi e Juve Stabia. Ecco l’ultima probabilmente è stato il pomo della discordia dopo i “festeggiamenti coloriti” dopo la vittoria con l’Avellino nel lontano 2007.

Dodici anni dopo l’Avellino riparte da Capuano. Riparte da un tecnico che al di là dei modi coloriti potrà dare la scossa ad un gruppo demoralizzato. Un gruppo che è reduce da quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. All’orizzonte un ciclo di partite da far tremare i polsi. Bari, Ternana, Reggina e Catanzaro. Al tecnico salernitano l’arduo compito di sollevare le sorti del lupo. Forse Capuano sarà bravo a mettere in atto una delle sue massime: “Non friggo il pesce con l’acqua, ma qualcosa posso fare con l’acqua minerale“. Di Somma ci crede. Mauriello ci crede. E la piazza? La piazza attende risposte concrete. Risultati, prestazione e soprattutto la maglia sudata. Maglia che qualcuno dovrà imparare a sudarla a suon di prestazione e goal. Il cambio di allenatore azzera ogni gerarchia. Azzera ogni alibi. Azzera tutto. Si riparte da zero. O forse sotto zero.

MODULO. Tra le tante massime di Capuano ricordiamo “I miei giocatori sono delle scrofe assatanate, vogliose sempre di aggredire e fare la partita”. Ecco forse il concetto, colorito, chiarisce l’era iniziata sotto Capuano. L’Avellino dovrebbe ripartire dal 3-5-2. La difesa a tre è il tratto caratteristico del tecnico, che la utilizza in diverse varianti. Modulo alternato a varianti con un trequartista o un’ulteriore punta al posto di un centrocampista. Punti focali della sua linea tattica sono la grande attenzione alla fase difensiva, la reattività nelle ripartenze in contropiede e l’abilità nello sfruttare le azioni da calcio piazzato (punizioni e angoli). La scelta è stata fatta. La brutta figura con Ignoffo pure. Ora la palla passa al giudice supremo: il campo.