Tempo di lettura: 3 minuti

Li vedi pedalare o sfrecciare candidamente al centro della carreggiata e non bastano clacson, abbaglianti o inviti a far transitare l’automobile evitando anche di creare traffico in un città che già si trova a fare i conti con un piano mobilità mai davvero migliorato, senza parlare del “disastro” delle corsie preferenziali per la metrò leggera.

Anzi a quasivoglia cenno di lasciare libero il passaggio ai veicoli, cicliisti e avventuriieri delle due ruote sembrano animati anche da fastidio e, i più temerari, ti imprecano anche contro.
Monopattini, biciclette e ogni mezzo di trasporto certamente non inquinante, ma vero e proprio pericolo ormai per automobilisti e pedoni.

E no,  l’assenza di piste ciclabili ad Avellino non è una giustificazione per non rispettare le regole del Codice della Strada, oltre che del buonsenso: se non si creano spazi sicuri, i mezzi finiscono per invadere marciapiedi o zone pedonali, aumentando i rischi per i più fragili, come bambini e anziani.

Quanto accaduto ieri era fa in pieno corso cittadino poteva trasformarsi in tragedia, quando una bambina è stata investita in una zona pedonale da una bicicletta mentre passeggiava con la famiglia. Per fortuna le condizioni della piccola non destano particolare preoccupazione, ma l’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza delle nostre città e sulla convivenza, sempre più difficile, tra pedoni, bici e monopattini.

Non un caso isolato quanto accaduto, ma un problema di educazione, prima ancora che di sistema.
Avellino, città che si propone come “smart” e a misura d’uomo, non dispone di una rete ciclabile degna di questo nome. Corso Vittorio Emanuele, simbolo della città, è diventato un’area pedonale che però non è stata ripensata per accogliere bici e monopattini. Il risultato? Una convivenza forzata e pericolosa tra chi passeggia e chi utilizza mezzi a due ruote. Qualche settimana fa ci ha provato il Commissario Straordinario ad introdurre una disciplina sul caso di specie, ma la strada resta in salita

In Campania, come in molte altre regioni, i numeri degli incidenti che coinvolgono biciclette e monopattini sono in crescita. Napoli e Salerno hanno registrato negli ultimi anni più di un centinaio di sinistri con mezzi di micromobilità, e Avellino – città di medie dimensioni, senza una vera rete di piste ciclabili – rischia di replicare lo stesso copione.

Il Codice della Strada ha introdotto limiti e obblighi sia per le biciclette che per i monopattini, ma i controlli sono scarsi e la loro applicazione è disomogenea.

In pratica, le norme restano spesso sulla carta, mentre la quotidianità delle strade racconta di bici che sfrecciano tra i passanti e monopattini che zigzagano senza luci né casco.

L’incidente di Avellino deve essere un campanello d’allarme. Non possiamo continuare a mettere pedoni, ciclisti e utenti di monopattini gli uni contro gli altri, senza regole chiare e spazi sicuri. Perché la mobilità sostenibile non può diventare sinonimo di pericolo.