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Il progetto artistico “L’Oro di Frigento” prosegue con un doppio appuntamento il primo weekend di primavera: sabato, 24 Marzo, alle 18,30, , nella Cattedrale S. Maria Assunta di Frigento, il concerto dell’ArmoniEnsemble, formato da Palma di Gaetano (flauto), Giordano Muolo (clarinetto) e Vincenzo Zecca (chitarra); domenica, 25 Marzo, alle 18,00, l’incontro con l’artista Salvatore Zacchino per la mostra permanente a palazzo de Leo che, aperta il 21 marzo, sarà visitabile fino al 10 aprile.

L’ingresso di entrambi gli eventi è libero.

L’appuntamento musicale è curato da Antonella de Vinco, pianista irpina di fama mondiale e presidente dell’Associazione Musicale Internazionale “Arturo Toscanini”. Durante il concerto i  temi più conosciuti di operisti italiani e stranieri saranno amalgamati alle colonne sonore di capolavori cinematografici del XX secolo. Il Trio, il cui nome nasce dal termine Armonia, è l’ensemble storico dell’associazione artistica musicale ArmoniE, nata nel 2009, in cui confluiscono obiettivi e finalità quali la diffusione e l’ampliamento della cultura musicale, corale e strumentale, intesi come veicolo di maturazione, crescita umana e civile nel mondo giovanile e non. I tre musicisti si dedicano da anni all’attività concertistica in ambito solistico, cameristico e orchestrale, con repertori che spaziano dal XVI secolo fino ai giorni nostri e abbracciano differenti generi musicali. Ogni esibizione si contraddistingue per il perfetto equilibrio dinamico e sincronismo agogico: la presenza di due strumenti a fiato non toglie alla chitarra sonori momenti di tecnica virtuosistica e la chitarra, a sua volta, supporta armonicamente la destrezza e la briosità del flauto o la maestria tecnica e la calda cantabilità del clarinetto.

Domenica l’appuntamento con l’arte vedrà, invece, la presenza del Maestro sannita Salvatore Zacchino nel contesto in cui espone le sue opere, ossia nel museo comunale di Palazzo De Leo, a Frigento. La mostra prende il nome di “Face Food” e sarà aperta al pubblico fino al 10 aprile. “Face-Food” è il tema dei recentissimi lavori prodotti nel 2018 dall’artista in rapporto con la ricerca retrospettiva dell’ultimo decennio. Zacchino è figlio del sud-Italia contadino che, come tutti i popoli che affacciano nel Mediterraneo, conosce bene il valore del grano sia per l’aspetto nutritivo millenario sia per il lato simbolico, socio-economico e religioso. Le ultime opere “FACE-FOOD”, prodotte in un mix di pittura-grafica-scultura-installazione, interpretano creativamente il fenomeno dei social, con le relative valenze economiche e la caducità della memoria e della verità reale. Il volto, la “face”, secondo questa visione di Salvatore Zacchino, diventa cibo “food”, cereale dato in pasto a voraci formiche bianche della rete telematica. Le altre opere esposte sono frutto di un’indagine sulla natura e sulla storia del proprio territorio di appartenenza, compreso il rapporto di convivenza spirituale tra l’uomo e le altre forme viventi. Oltre alla formica e all’ape, come simboli filosofici di organizzazione sociale e della laboriosità, sono presenti germogli come metafora di nascita/morte e quindi di ri-nascita; il cervo, il lupo e il bue, animali guida degli antichi sanniti; essenza antropomorfa di contadini che portano in testa cesti di viveri o, sulle spalle, cesti di frumento e che danzano dopo la trebbiatura del grano.