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Avellino – Il 1 luglio del 1948 il prof Ciro Troncone fondò la Forza e Coraggio, società che annoverava tra le proprie fila appassionati e talenti in erba del basket irpino. Qualche anno dopo prese il nome di Felice Scandone, in onore del giornalista  irpino morto in guerra nel 1940. Oggi settantuno anni di storia rischiano di scomparire per i problemi ormai ben noti.

Una realtà che ha portato alla ribalta diversi atleti irpini tra cui l’attuale primo cittadino Gianluca Festa e il compianto Mimmo Bellizzi. Capitano e leader indiscusso negli anni ’80. A ricordare quelle tracce di storia incancellabili ci ha pensato il fratello Gennaro con una lettera pubblicata su Facebook.

“Io e te, fratello, abbiamo avuto questa maglia come una seconda pelle : l’abbiamo difesa sui campi più improbabili, rischiando anche la salute . In mente mi tornano le battaglie di Battipaglia e di Ragusa, di Alatri e Corato, di Chieti e Campli, il calcio che stampasti sul volto di uno di quel branco di scalmanati che mi circondò in Sicilia per picchiarmi dopo le mie proteste per una sconfitta ingiusta; mi ritornano i campi del Convitto , in cui, ragazzini, tifavamo, o della Tendostruttura CONI, invasa dai fumogeni prima della sfida per la C1, o del Pala Del Mauro in in cui sguainavi la sciabola contro gli avversari e ogni tanto ti rivolgevi al pubblico per spronarlo a incitarvi, per salvarci dalla retrocessione col Cefalù, o per guadagnarci la B1 col Matera, prodromi assolutamente indispensabili al passaggio nel basket che conta, alle vittorie delle Coppe”.

Mimmo Bellizzi (foto tratta da Avellinesi.it)

“Nel cuore mi resta la tua voce ormai flebile e uno dei tuoi ultimi sorrisi, mentre mi confidi, con le forze ormai allo stremo che “con la Scandone ci siamo presi begli sfizi!”. Ora che tutto sta compiendosi nel modo peggiore, non mi rassegno e so che anche tu dai “Piani Alti”, soffri per questi colori: chissà che dall’Alto tu non possa convincere Chi Può, a fare il miracolo di restituirci questa maglia pronta a intraprendere nuove battaglie, con la dignità che noi Irpini abbiamo sempre dimostrato al mondo intero: fino alla fine io ci spererò“.