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Avellino – Rifiuti, gestione pubblica o privata?  L’Ente d’ambito territoriale di Avellino – costituito con la Legge regionale del 26 maggio 2016, n. 14 – dovrà occuparsene a breve, subito dopo aver approvato il Piano d’ambito. Il presidente Valentino Tropeano, sindaco Pd di Montefredane, per ora sta lavorando alla meno peggio: ancora non c’è una segretaria dell’ente.
Il prossimo passo sarà la nomina del direttore generale da parte di una commissione formata da dieci persone. Il direttore è una figura apicale che ha la responsabilità della gestione tecnica, amministrativa e contabile dell’EdA.

Al lui spetterà di proporre il Piano che il Consiglio dell’EdA dovrà approvare. Il Piano d’ambito territoriale costituisce lo strumento per il governo delle attività necessarie per lo svolgimento del servizio di gestione integrata dei rifiuti. A quel punto si potrà cominciare a parlare dell’affidamento del servizio al pubblico o al privato.
Tendendo presente alcuni obiettivi. La legge regionale si ispira ai principi dell’economia circolare, per cui i rifiuti di un processo di produzione e consumo circolano dando vita ad un nuovo modello di produzione e consumo che mira alla eliminazione dei rifiuti, attraverso una progettazione innovativa di alto livello di materiali, il riutilizzo delle merci, il ricondizionamento del prodotto, la rigenerazione dei componenti. Una una rivoluzione ecologica.

I fondi dovrebbe arrivare una volta che il Piano è entrato in vigore. Ogni Comune pagherà 0,50 euro per abitante. Sono soldi destinati all’organizzazione. I costi del servizio di smaltimento saranno sostenuti invece tramite la tariffa che pagheranno gli utenti. In linea di principio meno rifiuti vengono prodotti più si risparmia. Inoltre i Comuni che ospiteranno un impianto per smaltire i rifiuti saranno premiati. Non solo, il costo sarà proporzionale ai servizi d’ambito resi, alla specifica organizzazione del servizio, alle azioni virtuose, alle politiche di prevenzione, riutilizzo, alle percentuali di raccolta differenziata nonché alle qualità della raccolta.
Nel rispetto del principio dell’autosufficienza nella gestione del ciclo, l’Irpinia dovrà organizzarsi in modo autonomo, cioè smaltire i suoi rifiuti in loco. Servono cinque o sei impianti.
Il Comune di Chianche ha già dato la sua disponibilità mentre si sta provvedendo all’ampliamento dell’impianto di Teora. Lo Stir di Pianodardine dovrebbe esser utilizzato per la trasferenza. Tutto va verificato.

Tornando alla gestione pubblica o privata sarà fatta una gara per affidare il servizio. Nel caso in cui a Irpiniambiente non venisse rinnovato l’incarico i lavoratori dovrebbero essere comunque riassunti. Secondo la legge, infatti, è fatto obbligo al soggetto affidatario di utilizzare le unità di personale dei consorzi di bacino della Regione Campania e delle società partecipate. Cioè una società privata dovrà farsi carico dei dipendenti di Irpiniambiente? Non sarà facile far quadrare i conti. E se meno rifiuti significa meno risorse per la società che li gestisce, non sembra un buon affare. A meno che lo spreco non lo paghino i cittadini.

A.P.