In occasione dell’Anno Giubilare MMXXV, la Caritas diocesana di Avellino, in comunione con l’Abbazia di Montevergine e l’Abate ordinario P. Ab. D. Riccardo Luca Guariglia, annuncia la celebrazione del Giubileo dei detenuti, che si terrà in due momenti distinti: mercoledì 21 maggio e venerdì 23 maggio 2025, presso il Santuario di Montevergine.
L’iniziativa, promossa nell’ambito del progetto “S.Av.E. L.ove – CuriAMO la Relazione”, vedrà la partecipazione complessiva di quaranta detenuti ristretti presso la Casa Circondariale di Avellino – venti per ciascuna giornata – accompagnati dai volontari del gruppo “Barabba” della Caritas diocesana.
Il programma di ciascuna giornata prevede un momento di visita guidata al Santuario e al Museo annesso, seguito da un pranzo fraterno offerto dalla Caritas di Avellino e dalla Caritas di Montevergine, al quale prenderanno parte anche i familiari dei detenuti. Alle ore 12:00, il momento centrale: la celebrazione eucaristica, presieduta dall’Abate Riccardo Luca Guariglia, presso il santuario mariano.
«Il fatto che molti detenuti ci scrivano per ricevere un’immaginetta o un rosario è segno di un desiderio di riscatto e di fede. – ha dichiarato l’Abate Guariglia – Anche dietro le sbarre, spesso in contesti difficili, la ricerca di Dio e il bisogno di misericordia si fanno forti. Da tempo desideravo portare un segno del Giubileo anche all’interno del carcere. Ora, nel contesto dell’anno giubilare, è Montevergine che si apre e accoglie i detenuti e le loro famiglie, offrendo un tempo e uno spazio di ascolto, preghiera e riconciliazione.Non è casuale che nel Giubileo 2025 Papa Francesco abbia voluto aprire una delle Porte Sante al di fuori delle grandi basiliche romane proprio nel carcere di Regina Coeli, segno di una Chiesa che desidera abbattere i muri dell’indifferenza e dell’esclusione. Anche la presenza dei detenuti a Montevergine si pone in questa scia: un pellegrinaggio nel segno della misericordia, sotto lo sguardo e la protezione materna della Madonna».
La Caritas diocesana di Avellino, da anni attiva in ambito carcerario, ricorda che i propri volontari del gruppo “Barabba” si recano ogni settimana presso la Casa Circondariale per ascoltare i bisogni delle persone detenute e offrire loro accompagnamento umano e spirituale. Importante anche la sinergia instaurata con la direzione del carcere, con la direttrice Maria Rosaria Casaburo, il funzionario dell’area sociale-pedagogica Arcangelo Zarrella, gli educatori e l’area trattamentale che costituiscono un ponte essenziale tra i detenuti e i volontari. Un esempio concreto di questa collaborazione è il recente progetto “La differenziata la facciamo dentro”, promosso dalla Caritas di Avellino in collaborazione con il Comune di Avellino, Grande srl e la Direzione del penitenziario: dieci detenuti sono stati coinvolti attivamente in un percorso di recupero e gestione dei rifiuti, volto a migliorare la raccolta differenziata all’interno della struttura.
Nel solco del progetto “S.Av.E. L.ove – CuriAMO la Relazione”, la Caritas è impegnata anche nel favorire incontri tra i detenuti e i loro familiari in ambienti più accoglienti e umanizzanti, soprattutto per garantire momenti di serenità e dignità ai bambini coinvolti. «Curare le relazioni familiari – sottolinea Antonio D’Orta, direttore della Caritas diocesana di Avellino – è un passo fondamentale per la rigenerazione della persona e per promuovere un autentico reinserimento sociale».
«Per noi – aggiunge il vicedirettore Costantino Del Gaudio – il carcere non è un mondo a parte: non guardiamo al reato, ma alla persona. Cerchiamo di essere presenti in queste realtà con costanza, giorno dopo giorno, nel segno della prossimità e del Vangelo. L’iniziativa giubilare nasce da questo cammino condiviso e si pone come un segno di speranza per tutti».