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Avellino – All’indomani della brutta figura è tempo di riflessioni in casa Avellino. Una prestazione che non può essere definita così dalla formazione di Archimede Graziani. In 95′ minuti di partita, Morero e soci, sono stati in balia di un Trastevere che ha dominato in lungo e in largo. Eppure c’è chi giurava che il match di domenica pomeriggio doveva essere la svolta. Ma dalle belle parole, però, si è passato ad una vergogna inaudita. Fin dalle prime battute, i laziali, hanno imposto il loro palleggio non concedendo nulla all’Avellino, che è sembrata essere un gozzo in pieno oceano Pacifico.

La panchina di Graziani ora ondeggia in quel mare agitato. Fin dalla fine della partita, i tifosi, hanno chiesto a gran voce la testa del tecnico di Carrara. Nonostante ciò, Graziani, ha analizzato la partita tra un contraddirsi e le solite chiacchiere da bar. Nessuna comunicazione o dichiarazione da parte del club. Il buio della notte, e della sconfitta ha invaso il Partenio-Lombardi. Successivamente, però, la società capitanata da Gianandrea De Cesare ha avuto un summit. Nella stanza dei bottoni, De Cesare e i suoi uomini, valutano da diverse settimane il cambio in panchina. Nonostante le ultime due vittorie (Vis Artena e Ostia Mare, ndr.) la posizione di Graziani è stata sempre in discussione.

L’Avellino ha bisogno di voltare pagina, e pure immediatamente. Impossibile pensare che una squadra costruita per vincere il campionato non crei un’alternativa al suo gioco naturale e non si adatti a quelle che sono le difficoltà di un particolare momento ‘storico’ della sua storia. All’indomani della sconfitta è cominciato il toto nome per chi dovrà prendere il posto di Graziani. Non importa che sia Eziolino Capuano, Salvatore Campilongo, Walter Novellino o un pinco pallino qualunque. L’Avellino ha bisogno di un tecnico che sappia resistere alle pressioni, e soprattutto che abbia le caratteristiche per questa piazza. Avellino ha bisogno di rinascere. Seppur dall’inferno della Serie D.