“L’elevata pressione fiscale e tributaria, insieme ai costi fissi di gestione, notevolmente incrementati negli ultimi anni, incidono in maniera sempre più consistente sui margini di remunerazione delle attività commerciali, mettendo a dura prova gli operatori del territorio che sempre più spesso sono costretti a chiudere”. Così Giuseppe Marinelli, presidente provinciale di Confesercenti Avellino.
“Secondo i dati ufficiali – prosegue il dirigente dell’associazione di categoria –, con la prossima manovra finanziaria, il prelievo fiscale previsto per il 2026 per imprese e famiglie sarà complessivamente vicino al 43%. Ma come rivelano alcuni studi nazionali, calcolando il rapporto tra il totale delle entrate pubbliche e il prodotto interno lordo e tenendo quindi anche conto del costo delle tariffe (bollette, Tari, ticket sanitari, pedaggi autostradali), che statisticamente non vengono incluse tra le voci che compongono le entrate fiscali, emerge che in realtà si supera la soglia del 47% su base annua. Un vero e proprio record, tutt’altro che invidiabile.
Un prelievo che in alcuni Comuni, come ad esempio il capoluogo irpino, può essere ancora più pesante a causa dei livelli massimi che hanno raggiunto i tributi locali, soprattutto per le attività. Una situazione che mette sicuramente in grande difficoltà le imprese e in particolare i piccoli negozi di vicinato, che costituiscono anche un importante presidio contro la desertificazione urbana.
La stangata inoltre comporta per le famiglie una riduzione della capacità di spesa e quindi una compressione dei consumi, con la conseguente ricaduta sull’economia generale. Con consumi deboli e prelievo ancora alto la crescita non può ripartire. Non a caso la Confesercenti nazionale, pur apprezzando alcune misure come la detassazione dei rinnovi contrattuali, segnala l’assenza di provvedimenti che diano slancio economico, invocando interventi tesi al recupero del potere d’acquisto”. “Da parte nostra – conclude Marinelli – non soltanto auspichiamo politiche di defiscalizzazione dal governo e dalle istituzioni centrali, ma anche maggiore attenzione da parte degli enti del territorio, attraverso la programmazione di un alleggerimento del livello dei tributi e predisponendo politiche strategiche di rilancio, con agevolazioni alle imprese e a chi intende investire nell’apertura di una attività”.




















