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Un esodo lento ma inesorabile sta svuotando l’Irpinia. Secondo una simulazione dell’Istat, entro il 2050 la provincia di Avellino potrebbe perdere 77.490 residenti, passando dagli attuali 394.713 abitanti a 317.223. Una riduzione drammatica che coinvolge non solo le aree interne e rurali, ma anche il cuore urbano del territorio.

Per la città capoluogo, Avellino, il declino è già segnato. Nel 2024 i residenti erano 52.121, ma il dato è destinato a scendere: 49.320 nel 2034 e 43.445 nel 2050. In totale, una perdita di 8.676 abitanti in 25 anni, con una media di 347 persone in meno ogni anno. Un colpo durissimo all’identità stessa della città, alle sue reti sociali, alla sua economia.

Il fenomeno non è isolato. L’intera Campania conoscerà un calo rilevante: da 5.593.906 abitanti nel 2024 a 4.714.214 nel 2050, per una perdita complessiva di 880 mila persone. Ogni anno, spariranno in media 35.000 campani.

L’Irpinia, già provata dallo spopolamento e dalla carenza di servizi, rischia di trasformarsi in una terra svuotata, dove il futuro non trova spazio per crescere. Non si tratta di una previsione remota, ma di un trend già in atto, che sta cambiando radicalmente il volto e l’anima del territorio.