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Parole chiare, idee altrettanto. Justin Kumi ha parlato per la prima volta da calciatore dell’Avellino, mostrandosi determinato, maturo e già perfettamente immerso nel nuovo ambiente biancoverde. Arrivato in prestito dal Sassuolo, il giovane centrocampista non ha nascosto l’entusiasmo per l’inizio di questa nuova avventura.

“È stato fin qui un ritiro impegnativo – ha esordito – ma mi sono trovato in una squadra tosta, unita, pronta a dare tutto per un grande campionato. La telefonata del direttore mi ha subito convinto. Ho sentito stima e fiducia fin dal primo momento, ed è questo che mi ha spinto ad accettare”.

Un impatto positivo, non solo dal punto di vista tecnico: “Ad Avellino si respira un clima vincente. Ho trovato persone che si vogliono bene e che condividono lo stesso obiettivo. Il mister e lo staff sono molto competenti, si lavora bene e con grande intensità. La competitività interna al gruppo è un valore aggiunto, ci spinge a migliorarci”.

Fisicità e fame di crescita: sono queste le caratteristiche che Kumi porta con sé. “So di dover migliorare sulla tecnica per completarmi come calciatore – ha spiegato – e questo campionato di Serie B sarà una grande palestra. È una categoria tosta, dove non esistono risultati scontati. La prima può perdere contro l’ultima”.

Il centrocampista classe 2004 ha poi raccontato della grande accoglienza ricevuta, dentro e fuori dal campo: “Mi hanno fatto sentire subito parte del gruppo. Conoscevo già D’Andrea, ma ho legato molto anche con Crespi e Milani. Ci sono tanti giovani e tanta voglia di emergere”.

Tra gli obiettivi, quello collettivo viene prima di tutto: “La priorità è la salvezza, poi si vedrà. Personalmente voglio giocare il più possibile e crescere insieme alla squadra”. Infine, una nota sui modelli di riferimento: “Al Sassuolo seguivo spesso Thorstvedt, mi ispiro a lui. A livello mondiale, il mio preferito è Bellingham”. Quanto al numero di maglia? “Vedremo”,