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Il countdown per i 20 giorni concessi dalla normativa per riproporre il rendiconto di bilancio 2024 al Consiglio comunale dopo la bocciatura della scorsa settimana ( CLICCA E LEGGI QUI) ufficialmente non sarebbe ancora partito perchè almeno ad un paio dei 32 consiglieri comunali che compongono l’assise di Avellino, ancora non sarebbe arrivata la notifica di diffida che il Prefetto di Avellino, Rosanna Riflesso, all’indomani dell’Assise aveva provveduto ad inviare al protocollo di Palazzo di Città.

Giorno più, giorno meno, quel che è certo è che non più tardi della prima decade del mese di luglio, si saprà il destino dell’amministrazione guidata dal sindaco Laura Nargi.
E il conto alla rovescia è già iniziato, soprattutto dopo l’apertura della fascia tricolore al Governo di salute pubblica che di fatto ha chiuso la porta in faccia ai consiglieri diretta espressione dell’ex sindaco Gianluca Festa (CLICCA E LEGGI QUI)

Venti giorni per rincovocare il Consiglio comunale, incentrato sull’approvazione del bilancio: un periodo breve ma carico di significati politici e tecnici, in cui la Nargi — sempre più al centro della scena amministrativa — dovrà mettere a frutto tutte le sue doti di mediazione e gestione  per superare uno degli snodi più delicati della sua travagliata amministrazione.

Dopo settimane di tensioni in Aula e frizioni tutte interne alla maggioranza, chiaramente quella legata a Festa, quel che accadrà in questi giorni rappresenta un banco di prova determinante per la tenuta dell’amministrazione e per il futuro stesso dei suoi protagonisti.

Venti giorni scanditi da incontri e confronti, ufficiali e non, tra i vari gruppi politici, consiglieri comunali, trattative interne per serrare le fila e individuare una soluzione politicamente sostenibile ma anche tecnicamente inattaccabile.

Le priorità di Laura Nargi sono chiare: evitare di lasciare il Comune nelle mani di un Commissario per almeno un anno, mettere al riparo la spesa di circa 150 milioni di fondi disponibili per il capoluogo e, chiaramente, uscirne anche rafforzata politicamente a discapito del suo ormai ex alleato. 

In questo quadro, ogni giorno, ogni minuto conta: ci sono numeri da consolidare, dubbi da chiarire, richieste da ascoltare e — soprattutto — una città da rassicurare. Un lavoro incessante, la ricerca di una maggioranza che sia finalmente coesa, seppur a tempo per raggiungere le priorietà programmatiche.
Saranno venti giorni lunghi, intensi e decisivi.