Ha tentato di portare droga al figlio detenuto nel carcere di Ariano Irpino, ma l’attenzione e lo scrupolo del personale di Polizia Penitenziaria addetto al Settore casellario e Reparto colloqui ha scoperto l’illecito e la donna è fermata.
A dare la notizia è il delegato del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE Rocco Caroscio: “Nella giornata di ieri, al Reparto Colloqui, si era presentata la donna, che aveva nascosto della sostanza stupefacente, per incontrare a colloquio il figlio detenuto. I controlli della Polizia Penitenziaria hanno scoperto la droga e la donna fermata e segnalata all’Autorità giudiziaria. Il nostro encomio va ai colleghi in servizio ad Ariano Irpino che mantengono alta la guardia, opponendo la propria azione con grande professionalità a garanzia della legalità, come in questa occasione”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, rileva che dalla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia è emerso che “nel corso del 2024, le persone entrate in carcere per reati legati all’art.73 sono state 11.220 (5.811 ingressi nei primi sei mesi e 5.409 nel secondo semestre), corrispondenti al 26% degli ingressi complessivi dalla libertà avvenuti durante l’anno. Le persone tossicodipendenti entrate in carcere sono state complessivamente 16.890 (8.700 nel primo semestre e 8.190 nel secondo), corrispondenti al 39% dei 43.489 ingressi totali. A livello regionale, questo valore risulta inferiore al 20% in Calabria, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento, mentre raggiunge il 50% in Lombardia e Molise, e supera il 65% in Emilia-Romagna e nella provincia di Bolzano. Tra i detenuti stranieri entrati in carcere nel 2024, il 37% risulta tossicodipendente, a fronte del 40% rilevato tra i detenuti italiani, percentuali che risultano sostanzialmente in linea con quelle registrate nell’anno precedente”.
Il leader nazionale del SAPPE conclude ricordando che “la Polizia Penitenziaria è quotidianamente impegnata nell’attività di contrasto alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. Il numero elevato di tossicodipendenti richiama l’interesse degli spacciatori che tentano di trasformare la detenzione in business”.