Lo scorso 14 agosto, in occasione della vigilia della Madonna Assunta, il vescovo di Avellino, mons. Arturo Aiello, ha annunciato a tutta la comunità l’ordinazione presbiteriale di tre giovani sacerdoti. Tra questi vi è don Mario Cucciniello, nato ad Avellino nell’ottobre del 1998.
Dopo aver frequentato il liceo musicale “Imbriani” di Avellino, don Mario sceglie di intraprendere il cammino del sacerdozio: una scelta che, agli occhi di molti, può apparire insolita in un tempo in cui la società sembra spingere soprattutto verso professioni come medici, economisti, personal trainer o altre carriere dal forte impatto sociale. Eppure, anche quella sacerdotale è una via che contribuisce a costruire la comunità, seppure in modo diverso e forse meno immediatamente compreso.
In un contesto storico e sociale segnato da guerre, progresso e frenesia, la decisione di don Mario non è stata affatto impossibile: anzi, è diventata una risposta concreta a un bisogno profondo della nostra comunità.
Il suo percorso inizia nel 2017 presso il seminario diocesano di Nola, dove affronta il cosiddetto “anno propedeutico” alla vocazione, due anni dedicati al discernimento non solo spirituale ma anche umano e personale. Nel 2019 intraprende poi gli studi teologici presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – sezione San Luigi di Napoli – dove consegue la laurea con il massimo dei voti nel 2024, avendo come controrelatore Matteo Prodi, nipote di Romano Prodi.
Gli anni di formazione non sono stati solo accademici: accanto alle lezioni, i gesuiti e i docenti laici della facoltà hanno proposto esperienze e attività volte a sviluppare competenze comunicative, maturità personale e crescita spirituale. Parallelamente, don Mario ha vissuto una lunga esperienza di apostolato nella diocesi di Avellino: nella comunità di Capostello con don Vitaliano, con le suore e i giovani dell’oratorio, e presso la Caritas diocesana.
Grazie a queste esperienze ha potuto toccare con mano la realtà dei servizi sociali della città, comprendendo le difficoltà di persone disabili, malate o spesso dimenticate. Di fronte a queste situazioni, è emerso con forza che mancava qualcosa: una presenza capace non solo di organizzare aiuti, ma di restituire speranza e dignità.
E in questi giorni in attesa dell’ordinazione il suo servizio continua nella parrocchia della trinità dei poveri coadiuvata dal parrocco della parrocchia di Valle Don Marcello Cannavale. Oggi una parte fondamentale del suo impegno è rivolta ai giovani: in particolare nelle attività degli oratori estivi, che la diocesi offre gratuitamente come luoghi di incontro, gioco e crescita nella fede, insieme all’associaizone Atlas che cura l’aspetto spirituale dei giovani attori del Teatro al Polo; Don Mario si è speso con entusiasmo in questi percorsi, scoprendo sempre più la sua passione per il Polo Giovani, fulcro della rete religiosa per i ragazzi e le ragazze di Avellino. Proprio qui, a contatto con le nuove generazioni, ha potuto intuire quanto sia urgente una Chiesa capace di ascoltare i giovani, accompagnarli nelle sfide quotidiane e proporre cammini di senso.
L’ordinazione di don Mario Cucciniello – insieme a quella degli altri due giovani sacerdoti – non è soltanto il coronamento di un percorso personale, ma un dono per tutta la Chiesa di Avellino. In un tempo in cui sembra prevalere l’individualismo e la ricerca del successo, la sua scelta testimonia che esiste ancora lo spazio per una vita spesa interamente per gli altri, radicata nella fede e aperta al servizio.
La nostra comunità, spesso provata da fragilità sociali e dalla mancanza di punti di riferimento, trova in questi giovani sacerdoti un segno di speranza: semi piantati oggi che porteranno frutto domani. La loro presenza non eliminerà le difficoltà, ma potrà illuminare il cammino di chi vive nel buio della solitudine, del dolore o della precarietà.
Don Mario, con il suo entusiasmo, la sua formazione e la sua sensibilità, è chiamato a diventare ponte tra le persone e Dio, tra le ferite della città e la guarigione che solo la fede sa donare. La sua ordinazione non è soltanto un traguardo, ma l’inizio di una nuova storia che appartiene a tutti noi.
E così, mentre Avellino si prepara a vivere questa gioia, possiamo dire con gratitudine che, nonostante le sfide del tempo presente, lo Spirito continua a seminare vocazioni, segni concreti della presenza viva di Dio in mezzo al suo popolo.