Si è svolta presso la sede dello Spi Cgil di Avellino l’assemblea promossa da Sinistra Italiana sui referendum del prossimo otto e nove giugno.
All’iniziativa, introdotta da Sara Zeccardo di SI e Francesca Fabrizio di Unione Giovani di Sinistra, hanno partecipato la segretaria generale della Cgil irpina Italia D’Acierno, la vicesegretaria provinciale del Pd Adriana Guerriero, il consigliere regionale del M5s Vincenzo Ciampi, il segretario provinciale del Prc Arturo Bonito, il vicepresidente di Arci Avellino Luca Cioffi, il Presidente dell’Associazione Controvento Generoso Picone e il segretario provinciale di Europa Verde Luigi Tuccia.
A chiudere, il giuslavorista e componente della Segreteria Nazionale di Sinistra Italiana Federico Martelloni. “Esattamente cinquantacinque anni fa entrava in vigore lo Statuto dei Lavoratori”, ha ricordato Martelloni, “Quella legge fu salutata come la legge delle due cittadinanze, che da un lato consentiva al sindacato che fino a quel momento era rimasto fuori dai luoghi di lavoro di entrarci, e dall’altra le persone, anche lavoratori e lavoratrici subordinati, come aveva auspicato Giuseppe Di Vittorio qualche anno prima, potevano essere cittadini varcati i cancelli di quelle fabbriche, che prima erano autentiche caserme. L’ articolo 18 è stata una norma simbolo di quella legge, e penso possa continuare ad esserlo. Non si tratta solo di continuità di lavoro e di reddito, ma innanzitutto di un diritto di libertà, perchè non è possibile sentirsi liberi, durante il lavoro, di rifiutare una mansione pericolosa o dequalificante, di organizzarsi collettivamente con i propri compagni e le proprie compagna di lavoro, di esercitare il diritto di sciopero se qualcuno il giorno dopo ti può licenziare senza un rimedio efficace contro quell’abuso”.
Ancora sui quesiti referendari Martelloni si sofferma sul tema della regolazione dei contratti a tempo determinato: “Ogni rapporto di lavoro temporaneo deve essere giustificato da esigenze temporanee, e questo deve valere anche per i primi dodici mesi, per evitare che ci possa essere un abuso nell’utilizzo di questo strumento che conduce i lavoratori nella trappola della precarietà”.
Sulla sicurezza sui luoghi di lavoro aggiunge “Il quarto quesito non serve principalmente per consentire a chi è vittima di infortunio sul lavoro di chiedere il risarcimento all’impresa committente. Serve innanzitutto a evitare che il committente, nelle scelte della pratica di decentramento, si rivolga a imprese che non riescono o non vogliono fare sicurezza sul lavoro a regola d’arte.
La logica in questo senso è prevenzionistica”. “Prendiamoci il tempo di spiegare la posta in gioco con questi referendum, se La Russa dice di non andare a votare vuol dire che ha paura di quel voto, allora è tempo di rivoltarsi, e andare a votare l’otto e il nove giugno, per regalargli il 10 mattina un grande incubo ma soprattutto per avere una nuova legislazione del lavoro e un dimezzamento dei tempi per ottenere la cittadinanza italiana, introducendo un principio di civiltà.E avremo anche il peggior governo della nostra storia in crisi, che non mi parrebbe una cattiva notizia”.