Roberto Montefusco, coordinatore provincia di Sinistra Italiana sulla crisi al comune di Avellino:
“Si leggono in queste ore e in questi giorni, fuori e dentro il Consiglio comunale di Avellino, scenari evocati o auspicati di governi di presunta “salute pubblica” per la città.
Tutto questo mentre la crisi della maggioranza emersa dalle elezioni un anno fa è ancora in corso, avvolta in una sconcertante opacità.
In un anno Avellino ha già conosciuto tre Giunte: la prima di cosiddetti tecnici e professionisti, molti dei quali non hanno fatto nemmeno in tempo a trovare sulle mappe virtuali l’indirizzo del Comune di Avellino prima di essere defenestrati per far posto alle truppe dell’ex sindaco di Avellino.
Siamo ora alla terza Giunta, ancora incompleta, la cui natura politca resta ancora indecifrabile, in seguito alla rottura tra la sindaca in carica e l’ex sindaco.
Lo spettacolo dell’ultimo Consiglio Comunale è ancora sotto gli occhi della città.
In questo quadro l’azione amministrativa è evidentemente ferma e paralizzata, basti pensare alla surreale vicenda della Presidenza del Piano Sociale di Zona, dove pezzi della presunta maggioranza ancora chiedono pareri un pò a caso (un giorno alla segretaria comunale, un giorno al governo), pure avendo fatto ricerche (sic) sulla presunta incompatibilità tra la funzione di sindaco e quella del Presidente del Cda del Piano di Zona.
La verità è che questa è una Consiliatura “malata”, nata e sviluppatasi in un contesto di pesante inquinamento della vicenda politica.
amministrativa della città.
I presupposti politici su cui la sindaca ha vinto le elezioni non ci sono più, così come di fatto non esiste più la sua maggioranza.
In questo quadro non ha davvero alcun senso dare suggerimenti, auspicare scenari, immaginare governi di presunta “salute pubblica”, evocando lo spettro del commissariamento.
Basti recuperare cronache giornalistiche degli ultimi quindici anni per verificare come questo argomento, con la correlata denuncia della perdita di risorse e finanziamenti per la città, è un ritornello intonato da ogni sindaco alla prese con la crisi della propria maggioranza.
A me sembrano evidenti due cose
1) Una fase di commissariamento sarebbe sicuramente meno pesante e dannosa per la città rispetto allo stillicidio e alla inadeguatezza a cui stiamo assistendo da diversi mesi a questa parte.
2) La responsabilità di tale scenario sarebbe della maggioranza. E solo di essa.
L’opposizione, per sua natura, ha un solo dovere: in generale e, ancor di più, in una condizione come quella che si è determinanta ad Avellino: concorrere e mettere la parola fine a questa esperienza amministrativa.
Non concorrendo a farla durare un giorno in più. Per tutto il resto, non ci sarà acrobazia dialettica che regga: la città non capirebbe.
La “salute” pubblica di Avellino passa solo per la fine di questa stagione drammatica”.